007 controllano banca dati agenzia entrate sul  capo di gabinetto della Meloni

I servizi segreti italiani hanno condotto accertamenti sul capo di gabinetto del Presidente del Consiglio, Gaetano Caputi, accedendo per tre volte alla banca dati dell’Agenzia delle Entrate. La vicenda, emersa da un’inchiesta del quotidiano Domani, rischia di generare uno scontro istituzionale tra la Procura di Roma e Palazzo Chigi per il modo in cui i dettagli sono stati rivelati.

Le informazioni sono divenute pubbliche nell’ambito di una querela per diffamazione presentata dallo stesso Caputi contro il quotidiano Domani. Secondo il capo di gabinetto, alcuni articoli avrebbero sollevato accuse infondate di conflitto di interesse, relative a società a lui riconducibili e vincitrici di bandi pubblici. Sebbene i magistrati abbiano escluso la diffamazione, gli atti depositati hanno fatto emergere l’attività dell’Aisi, l’Agenzia di Informazioni e Sicurezza Interna, che avrebbe effettuato tre accessi al sistema Punto Fisco nei mesi di gennaio e settembre 2023.

La Procura di Roma, guidata da Francesco Lo Voi, indagava sull’origine delle informazioni contestate da Caputi al quotidiano. Gli accessi al sistema informatico sono stati condotti da tre agenti dell’Aisi, con durate variabili: due accessi di sei minuti ciascuno e un terzo, più lungo, di un’ora, durante il quale sarebbero emersi i dettagli finiti nel fascicolo giudiziario.

La questione assume una dimensione politica e istituzionale, con il coinvolgimento del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. In una nota ufficiale, Palazzo Chigi ha smentito qualsiasi coinvolgimento diretto del Presidente del Consiglio o del sottosegretario Alfredo Mantovano nell’attività dell’Aisi. Il governo ha dichiarato di essere stato informato delle indagini della Procura di Roma e della relazione firmata dall’allora direttore dell’Aisi, Bruno Valensise. Quest’ultimo avrebbe motivato gli accessi come necessari per approfondire i tentativi di altri soggetti di accreditarsi presso Palazzo Chigi tramite Caputi. Uno degli accertamenti sarebbe stato compiuto per motivi di sicurezza nazionale, su indicazione diretta dei superiori dell’agente coinvolto.

La vicenda ha sollevato interrogativi sulla gestione delle informazioni sensibili da parte dei servizi segreti e sulla trasparenza delle indagini. Palazzo Chigi ha confermato la disponibilità del governo a fornire chiarimenti nella sede istituzionale opportuna, mentre il caso continua a destare attenzione per le sue implicazioni politiche e istituzionali.

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