1939-1945 II Guerra Mondiale, la lunga campagna d’Italia domani alle 13.05

Rai3: 1939-1945 II Guerra Mondiale, la lunga campagna d’Italia Roma, 23 ago.  – Dopo lo sbarco in Sicilia, il 10 luglio 1943 ( operazione Husky), quello di Salerno del 9 settembre  (operazione Havalanche) e quello di Anzio del 22 gennaio 1944 (operazione Shingle) gli alleati risalgono lentamente la penisola. Una pagina di storia riletta da “1939-1945 II Guerra Mondiale”, il programma presentato da Paolo Mieli e condotto da Carlo Lucarelli, in onda giovedì 24 agosto alle 13.05 su Rai3. Salerno, Volturno, Napoli, Montecassino, Anzio, Roma sono le tappe di una liberazione che incontra ovunque la strenua e feroce resistenza tedesca; fino a quella, estrema, intorno alla linea gotica. Soltanto nell’aprile del 1945 l’Italia è liberata. Molto probabilmente la trasmissione non entrerà più di tanto nei particolari dell’avanzata alleata e non toccherà quegli episodi di guerra che hanno investito i territori man mano liberati.E sarà sarà un peccato perchè la guerra è stata vissuta da quelle popolazioni in maniera sicuramente più drammatica che nei centri maggiori. Nell’avanzata verso Roma dopo essere sbarcati ad Anzio gli alleati sbatterono il muso contro la tenace resistenza tedesca che li tenne bloccati per 5 mesi. Solo dopo il 23 maggio quando finalmente la V armata sfondò a Cisterna, iniziò la vera avanzata Verso Roma , ma non semplice. Da Velletri in poi furono aspri e continui combattimenti, per arrivare ad Artena, Valmontone e Colleferro, anche attraverso i monti Lepini (Cori, Roccamassima) da dove poi il 2° corpo d’armata del generale Keyes mosse verso la Capitale. Combattimenti e scontri forse sconosciuti ai più ma che il libro del nostro direttore Mario Galati (1935-1945.Colleferro prima durante e dopo) dedicato ai primi 10 anni di vita di Colleferro come Comune autonomo, vengono raccontati con dovizia di particolari. Colleferro, in quella avanzata, era un obiettivo strategico, per via dello stabilimento bellico, la B.P.D. che aveva portato i tedeschi ad occuparlo insieme alla città già dal 9 settembre 1943 . Lo stabilimento B.P.D. del senatore Leopoldo Parodi Delfino, padre fondatore del cento industriale, nel pieno della produttività, bellica, era arrivato ad occupare fino a 16.000 dipendenti e per questo soggetto alla occupazione bellica ma anche ai continui bombardamenti alleati. In fabbrica malgrado il ferreo controllo tedesco e i delatori che non mancano mai, erano attivi dopo l’8 settembre dei personaggi che diedero un alto contributo alla lotta di liberazione. Da ricordare per primo, anche per il ruolo che rivestiva, era uno dei maggiori responsabili della fabbrica, Paolo Bonomi, il fondatore dopo la guerra dei coltivatori diretti e per questo conosciuto. Ma quanti sanno che era il capo della banda di partigiani del territorio,nemmeno probabilmente gli autori della trasmissione. Paolo Bonomi riuscì a sfuggire alla cattura da parte delle SS proprio alla vigilia dello sbarco di Anzio e prosegyire l’attività di partigiano fino alla liberazione. Fu insignito delle medaglia di bronzo al valor militare. Altri grossi dirigenti della B.P.D. e partigiani non ebbero fortuna. Ricordiamo il dirigente Vittorio Gasparini, collaboratore di Bonomi, inviato a Milano dopo l’8 settembre ad organizzare una radio clandestina, ma dopo un tradimento catturato dalle SS e il 10 agosto fucilato con altri 14 a piazzale Loreto per decisione del “boia di Milano” il capitano delle SS Teo Saeveke. Poi Edmondo Di Pillo direttore a Roma della “Commerciale B.P.D.” catturato  quasi alla vigilia della liberazione, rinchiuso nel famigerato carcere di via Tasso e torturato. La sera del 3 giugno 1944, tre giorni prima dell’arrivoa Roma degli alleati, fu caricato su un camion con altri 14 detenuti, fra cui Bruno Buozzi,   e ucciso a “La Storta”. Edmondo Di Pillo e Vittorio Gasperini,dirigenti della B.P.D. di Colleferro, furono decorati alla memoria con la medaglia d’oro al valor militare. Tornando all’avanzata alleata la città di Colleferro fu liberata dal mitico reparto del generale Frederik e cioè la FSSF, First Special Service Force, i Black Devils, diavoli neri come li avevano battezzati gli stessi tedeschi dopo una mattinata di combattimenti aprendo la strada alla V armata che proveniva da Artena, anche qui ci furono aspri combattimenti e alla 3^ Divisione franco-algerina-marocchina che proveniva da sud attraverso i monti Lepini. La sera del 5 giugno da Colleferro si mossero le  truppe alleate per prendere Roma, ma prima di loro ci arrivarono i black devils.

di Mario Galati

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