A marzo il “World Water Summit” all’Onu. Nel mondo 3,6 miliardi di persone senza acqua potabile e servizi igienico-sanitari

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Dal 22 al 24 marzo a New York si terrà il “World Water Summit”, il secondo su questo tema organizzato dalle Nazioni Unite dal 1977.

La problematica della mancanza di acqua si è aggravata con le ripetute siccità, causate da perturbazioni climatiche che colpiscono tutto il mondo. Nel 2015 le Nazioni Unite hanno fissato un obiettivo di sviluppo sostenibile per garantire l’accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari entro il 2030 (Agenda 2030).

Il vertice si concentrerà sulle sinergie tra sicurezza idrica e prosperità economica, finanza e tecnologia per fornire soluzioni idriche sia per le industrie che per i servizi pubblici. Il vertice verterà sullo scambio di conoscenze sulle  ultime tecnologie nel tentativo di catalizzare la collaborazione tra l’acqua pubblica e privata, i servizi pubblici, i fornitori di tecnologia, i finanziatori, gli utenti finali industriali e le associazioni oltre che alle agenzie idriche, agro-alimentari e igienico-sanitarie.

Secondo Gérard Payen, vicepresidente della French Water Partnership, l’associazione che riunisce i principali attori privati ​​e pubblici dell’acqua ha detto su Figaro che prima del 2015, il problema era sottovalutato perché veniva monitorato secondo alcuni indicatori non rispondenti alla realtà. Nel 2015 si stimava che a soffrire della carenza di acqua erano circa 500 milioni di persone.

Ma la situazione in realtà è peggiore, precisa Gérard Payen: “Secondo l’Onu, alla data del 2021, c’erano circa 2 miliardi di persone che non avevano regolare fornitura di acqua potabile. Al riguardo, sono stati fatti progressi troppo lenti e per l’accesso a servizi igienico-sanitari, poco soddisfacenti”. Una situazione insostenibile che rischia di favorire la diffusione di malattie. Oggi quasi la metà della popolazione mondiale (3,6 miliardi di persone) non beneficia ancora di un servizio igienico-sanitario dignitoso a causa della mancanza di acqua potabile, enfatizza Payen.

Dovrebbero essere quadruplicati gli sforzi fatti che hanno permesso di aumentare dal 2015 al 2020 dall’8% al 9% l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari.

Kofi Annan, ex segretario generale dell’ONU, ha previsto che l’accesso alle risorse idriche e il loro controllo potranno essere una tra le cause delle guerre del XXI Secolo.

Distribuzione acqua nel mondo

Il 71% della superficie terrestre è coperto da acqua, di cui il 97% è salata, il rimanente 3% è acqua dolce proveniente da ghiacciai e nevi perenni (68,9%), falde sotterranee (29,9%) e acque superficiali (1,2%). Tuttavia solo l’1% è acqua accessibile per uso umano.

Secondo il Pacific Institute le risorse idriche di acqua dolce rinnovabili nel 2006 erano di 55.096,9 km3, così distribuite nei vari continenti: 5723,5 km3 in Africa, 7620,8 km3 nell’America Settentrionale e Centrale, 17.139,7 km3 in America Meridionale, 15.378,2 km3 in Asia, 7565,4 km3 in Europa e 1669,3 km3 in Oceania. Da questi dati generali si può notare che la distribuzione delle risorse idriche rinnovabili non è omogenea, in particolare se ci si riferisce alle aree più densamente popolate, tredici Paesi (7%) su 177 detengono ben il 64,5% delle risorse idriche mondiali rinnovabili: Brasile (14,9%), Russia (8,2%), Canada (6%), Stati Uniti (5,6%), Indonesia (5,2%), Cina (5,1%), Colombia (3,9%), India (3,5%), Perù (3,5%), Congo (2,3%), Venezuela (2,2%), Bangla Desh (2,2%), Myanmar (1,9%).

Traguardi dell’Agenda 2030

  • Ottenere entro il 2030 l’accesso universale ed equo all’acqua potabile che sia sicura ed economica per tutti;
  • Ottenere entro il 2030 l’accesso ad impianti sanitari e igienici adeguati ed equi per tutti e porre fine alla defecazione all’aperto, prestando particolare attenzione ai bisogni di donne e bambine e a chi si trova in situazioni di vulnerabilità;
  • Migliorare entro il 2030 la qualità dell’acqua eliminando le discariche, riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue non trattate e aumentando considerevolmente il riciclaggio e il reimpiego sicuro a livello globale;
  • Aumentare considerevolmente entro il 2030 l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua in ogni settore e garantire approvvigionamenti e forniture sostenibili di acqua potabile, per affrontare la carenza idrica e ridurre in modo sostanzioso il numero di persone che ne subisce le conseguenze;
  • Implementare entro il 2030 una gestione delle risorse idriche integrata a tutti i livelli, anche tramite la cooperazione transfrontaliera, in modo appropriato;
  • Proteggere e risanare entro il 2030 gli ecosistemi legati all’acqua, comprese le montagne, le foreste, le paludi, i fiumi, le falde acquifere e i laghi;
  • Espandere entro il 2030 la cooperazione internazionale e il supporto per creare attività e programmi legati all’acqua e agli impianti igienici nei paesi in via di sviluppo, compresa la raccolta d’acqua, la desalinizzazione, l’efficienza idrica, il trattamento delle acque reflue e le tecnologie di riciclaggio e reimpiego;
  • Supportare e rafforzare la partecipazione delle comunità locali nel miglioramento della gestione dell’acqua e degli impianti igienici.

A marzo il “World Water Summit” all’Onu. Nel mondo 3,6 miliardi di persone senza acqua potabile e servizi igienico-sanitari