Accordo storico tra USA e Ucraina sulle terre rare: un passo verso la ricostruzione e la pace

È stato firmato un accordo strategico tra Stati Uniti e Ucraina sullo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, con particolare attenzione alle terre rare e ad altri minerali critici fondamentali per le industrie militari e tecnologiche. Un’intesa che segna una svolta nei rapporti bilaterali, aprendo la strada a un legame economico duraturo e alla possibilità di un dialogo più ampio per il futuro assetto di pace.

Il cuore dell’accordo riguarda l’utilizzo dei proventi derivanti dalle concessioni minerarie: il 50% sarà destinato a un fondo congiunto Usa-Ucraina, pensato per finanziare la ricostruzione del Paese e l’acquisto di nuovi sistemi di difesa, tra cui i tanto richiesti sistemi contraerei. La quota americana del fondo potrà crescere in funzione di ulteriori aiuti militari. Inizialmente, Washington aveva chiesto che l’intero ricavato servisse a coprire i 300 miliardi di dollari in forniture militari garantite dal 2022, ma la bozza finale ha accolto molte delle richieste di Kiev.

Il premier ucraino Denys Shmyhal ha definito l’accordo “buono ed equo”, evidenziandone l’importanza per gli investimenti congiunti e lo sviluppo industriale. La firma è giunta dopo giorni di tensioni e modifiche dell’ultimo minuto, risolte grazie all’intervento diretto di Zelensky e del segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent.

Sul piano geopolitico, il patto rappresenta un tentativo concreto di garantire la sicurezza ucraina non tanto attraverso trattati militari, quanto mediante l’intreccio di interessi economici strutturali. La durata dell’accordo è fissata in dieci anni e prevede il diritto di prelazione per gli Stati Uniti su tutte le nuove concessioni minerarie.

L’Ucraina possiede un vero e proprio tesoro minerario. Secondo i dati riportati, è prima in Europa per riserve di litio e uranio, quarta per rame, quinta per piombo e zinco, e ottava al mondo per riserve d’argento. Inoltre, detiene il 20% delle risorse mondiali di grafite e il 5% delle terre rare. Questi minerali sono fondamentali per la transizione energetica globale e per la produzione di tecnologie avanzate, dalle batterie ai motori elettrici fino all’industria aerospaziale.

Una parte significativa di questi giacimenti – tra il 20% e il 40% – si trova però in territori attualmente sotto controllo russo, evidenziando la posta in gioco anche sul piano del conflitto territoriale.

Nonostante le difficoltà, l’accordo potrebbe diventare un pilastro delle garanzie di sicurezza richieste da Kiev per iniziare negoziati diretti con Mosca. Nelle bozze circolate prima della firma, si faceva anche riferimento al ruolo dell’Ucraina nella stabilità internazionale, richiamando la storica decisione del 1994 di consegnare l’arsenale nucleare sovietico in cambio di garanzie di sicurezza da parte di Stati Uniti e Russia.

Ora, quella promessa tradita potrebbe trovare una nuova forma di tutela, attraverso un’alleanza economica che mira a rendere l’Ucraina più forte e autonoma. Resta da vedere se questa intesa potrà davvero rappresentare un passo concreto verso una “pace giusta” e duratura.

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