di Emanuela Ricci
Il G7 dei Ministri dell’Interno, svoltosi a Mirabella Eclano (AV) dal 2 al 4 ottobre 2024, ha visto al centro dei lavori questioni legate alla sicurezza globale e alle minacce emergenti, con un’attenzione particolare al terrorismo internazionale, acuita dalle tensioni in Medio Oriente e dalla guerra in Ucraina. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha sottolineato come l’Italia sia in uno stato di “massima allerta” da oltre un anno, a seguito dello scoppio dei conflitti in quelle regioni, e ha ribadito che il governo è pronto ad adottare tutte le misure lecite, sia a livello nazionale che internazionale, per proteggere il Paese.
Durante la conferenza stampa conclusiva, Piantedosi ha fatto eco alle preoccupazioni del vicepresidente della Commissione Europea, Margaritis Schinas, riguardo al rischio di attentati terroristici in Europa, anche se non sono emerse specifiche minacce attive contro l’Italia. Tuttavia, il crescente conflitto israelo-palestinese ha portato alla decisione di vietare la manifestazione pro-Palestina prevista a Roma oggi, per evitare che potesse trasformarsi in una celebrazione di violenze e turbare l’ordine pubblico. Alcuni gruppi organizzatori hanno accolto la decisione, riprogrammando il corteo per il 12 ottobre.
La questione della sicurezza non si limita però alla minaccia terroristica diretta. Piantedosi ha ricordato l’importanza dello scambio di informazioni tra i Paesi per monitorare il traffico di armi e identificare eventuali terroristi che potrebbero sfruttare i flussi migratori irregolari. In questo contesto, è stato siglato un impegno comune per migliorare il coordinamento tra le agenzie di intelligence e rafforzare la sorveglianza.
Il G7 ha, inoltre, toccato temi cruciali per il futuro della sicurezza globale, come la lotta al crimine cibernetico e al traffico di droghe sintetiche, in particolare il Fentanyl, oltre alla discussione sull’Intelligenza Artificiale e il suo impatto sui sistemi di sicurezza. I lavori hanno ribadito la necessità di una cooperazione internazionale ancora più stretta per far fronte alle nuove minacce e proteggere la libertà e la sicurezza delle società europee ed extraeuropee.
Il Segretario di Stato americano, Anthony Blinken, ha espresso il desiderio di inviare un contingente internazionale nella Striscia di Gaza, composto da Italia, Francia e Spagna. All’Italia è stata fatta espressa richiesta di avere 200 carabinieri. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha confermato che i carabinieri potrebbero essere coinvolti, ma ha sottolineato che prima bisogna verificare le condizioni di sicurezza e soprattutto la fattibilità. L’Italia, con un alto livello di professionalità riconosciuto a livello internazionale, è spesso richiesta per missioni di addestramento e sicurezza, specialmente in aree delicate come il Medio Oriente, ha chiosato il ministro, durante il suo intervento alla cerimonia del cambio di comando dello Stato Maggiore della Difesa, presso il 31° Stormo di Ciampino. Il generale Luciano Portolano è subentrato all’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone che nel 2025 assumerà il prestigioso incarico di presidente del Comitato Militare della NATO.
I carabinieri italiani sono ben considerati sia dagli israeliani che dai palestinesi, grazie a precedenti missioni di addestramento come la Miadit Palestina, attiva dal 2013, e la missione Tiph 1 e Tiph 2, che avevano lo scopo di consolidare la pace a Hebron dopo l’accordo di Oslo, scrive La Verità. L’Italia ha dimostrato un approccio professionale, non solo in termini di controllo della sicurezza ma anche nel supporto alla normalizzazione della vita quotidiana della popolazione palestinese, ha evidenziato il ministro Crosetto, evidenziando che sono ben visti soprattutto dagli israeliani.
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