Armi e mezzi americani a Belgorod? Il Pentagono indaga

A Belgorod si combatte ancora. Uno dei leader dei miliziani filorussi appartenente alla Legione Libertà alla Russia, Denis Kapustin ha detto ieri in conferenza stampa: “La nostra lotta continua, arriveremo fino a Mosca, aspettateci“.

Dopo la battaglia di lunedì il ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver respinto l’incursione, liquidato 70 terroristi ucraini e distrutto alcuni veicoli militari.

Mosca ritiene i miliziani di Belgorod sotto il controllo diretto dell’intelligence militare ucraina (Gur). Le autorità di Kyiv negano il coinvolgimento diretto nell’incursione, sostenendo che sia frutto dell’iniziativa di cittadini russi decisi a combattere con le armi il regime di Putin.

Ieri il Financial Times ha rivelato che i miliziani avrebbero utilizzato veicoli militari International MaxxPro e Humvee forniti all’Ucraina dagli Stati Uniti. l governo americano ha inviato oltre 2 mila Humvee e 500 MaxxPro nei pacchetti di assistenza che hanno raggiunto un valore complessivo di 38 miliardi di dollari.

Le immagini arrivate dalle aree di confine mostrano infatti Humvee e blindati di produzione statunitense in mano alle milizie di estrema destra: un dettaglio non secondario che ha rafforzato la tesi di una collaborazione fra i gruppi partigiani russi e il governo di Kiev.

Se la notizia dovvesse essere confermata verrebbe beno la promessa fatta da Kiev a Waghington di non utilizzare mezzi ed armi americane in territorio russo. Il Pentagono al riguardo sta indagando.

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«Abbiamo visto queste notizie e continuiamo a monitorare attentamente», ha commentato ieri il generale Pat Ryder, portavoce del dipartimento alla Difesa americano. «Posso confermare che il governo americano non ha approvato nessun trasferimento degli equipaggiamenti a organizzazioni paramilitari che non fanno parte dell’esercito ucraino, né lo ha richiesto il governo di Kiev».

Il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller: «Abbiamo chiarito agli ucraini che non permettiamo né incoraggiamo attacchi al di fuori dei confini ucraini».

Il concetto era stato affermato nei giorni scorsi quando Biden sugli F-16 aveva ricevuto l’assicurazione da Zelensky che non sarebbero stati usati nel territorio geografico russo. 

In Russia, invece, infuria la polemica sul ministero della Difesa, responsabile di aver lasciato sguarnito il confine. “Dov’era l’esercito quando il gruppo di sabotaggio ha fatto irruzione, questa è una domanda importante che dovrebbe essere rivolta alla leadership militare“, ha detto il capo della Wagner Prigozhin su Telegram.

Sempre nel messaggio video su Telegrama Progozhin ha elogiato le forze armate ucraine definendole tra gli eserciti più forti al mondo. Sull’operazione speciale lanciata da Putin, il capo della Wagner è stato pù duro dicendo che uno degli obiettivi dell’operazione militare speciale era demilitarizzare l’Ucraina”, l’invasione ha prodotto invece l’effetto opposto: “Se l’Ucraina all’inizio dell’operazione speciale aveva 500 carri armati, ora ne ha cinquemila. Se allora erano in grado di mettere in campo 20 mila soldati, ora ne hanno 400 mila”.

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