Bilancio, manovra alle battute finali in Italia

Manovra: battute finali tra sgravi e nodo flessibilità
Damiano,auspicabili correzioni licenziamenti e età pensionamento

La legge di bilancio è giunta oramai alle battute finali. Dovrà infatti essere varata dal Governo per essere presentata alle Camere entro il prossimo 15 ottobre anche se l’ok definitivo potrebbe slittare di un giorno a conclusione degli impegni internazionali del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, impegnato prima in Europa per le riunioni dell’Eurogruppo e dell’Ecofin e successivamente ai meeting annuali di Fondo monetario e Banca Mondiale in programma per il prossimo fine settimana.

Appuntamenti importanti per affrontare il nodo flessibilità nell’Eurozona che da domani entra appunto nel vivo proprio quando il ministro tedesco alle finanze Wolfgang Schaeuble, che proprio oggi in un’intervista al Financial Times ha avvertito dei rischi di una nuova crisi finanziaria a causa della troppa liquidità e del troppo debito, sta per lasciare il posto ad un rappresentante del nuovo esecutivo in via di formazione dopo le elezioni in Germania.

Martedì prossimo l’argomento sarà comunque al centro di una colazione tra i ministri. Ad essere interessata al confronto,  non è però soltanto l’Italia, anche la Francia di Emmanuel Macron infatti vuole capire qual è la posizione prevalente in seno al Consiglio e i conseguenti margini di manovra da poter utilizzare per rilanciare gli investimenti e sostenere una politica economica espansiva.

Al centro del dibattito, già avviato in sede di Comitato economico e finanziario (Cef) dagli sherpa dei ministri, c’è la “discrezionalità” che la Commissione Ue ha annunciato di voler usare quando dovrà esaminare le leggi di stabilità dei singoli Paesi.

L’Italia ha chiesto di limitare lo sforzo di aggiustamento dei conti allo 0,3% del Pil nel 2018 ma non ha ancora ricevuto una risposta ufficiale. La manovra fin qui delineata prevede 19,6 miliardi di interventi destinati ad essere coperti, oltre che da una minore riduzione del deficit, anche attraverso 3,5 miliardi di tagli (spending rewiew) e con 5 miliardi di lotta all’evasione, capitolo che conterrà una probabile riapertura della rottamazione delle cartelle e forse anche la web tax europea.

La gran parte 15,7 miliardi serve per sminare gli aumenti Iva e rimane quindi poco per il resto. Nel capitolo Competitività e innovazione – nel quale sono appostati gli sconti per i giovani neo assunti – ci sono 338 milioni nel 2018 ma la cifra sale a 2,1 miliardi quando si aggiungo anche gli incentivi per le imprese, come i superammortamenti che si scaricano nell’anno successivo.

Lavorano intanto a pieno ritmo gli uffici del Tesoro e della Ragioneria, per vagliare le proposte in arrivo da tutti i ministeri sui diversi fronti. E anche per studiare misure che possano venire incontro alle richieste dei partiti. Oltre a quelle già avanzate con la risoluzione di maggioranza (tra cui proprio la revisione del superticket), Ap ha presentato le sue proposte che puntano al “fattore famiglia”, un rafforzamento delle detrazioni per le famiglie numerose per il quale però servono 600 milioni, ma anche aiuti ai negozi di periferia, con la cancellazione per questi esercizi di Irpef e Ires.

Su eventuali provvedimenti per mitigare l’effetto del Jobs Act sulla convenienza a licenziare anziché ricorrere agli ammortizzatori interviene Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera, secondo cui una correzione “sarebbe auspicabile” così come c’è da augurarsi una disponibilità del governo, che sembra trapelare da alcune ricostruzioni stampa, a rimandare al 2018 la decisione di applicare l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni dal 2019″.

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