Tutti d'accordo sul voto alla tedesca, convergenza anche di Grillo

Sul voto in autunno Renzi non ha fatto date, del resto quello spetta al presidente della Repubblica, ma che la legislatura sia finita non c’è nemmeno bisogno di dirselo…”. Nicola Fratoianni alla Camera parla del colloquio oggi al Nazareno con il segretario dem. Uno dei tanti che hanno caratterizzato la giornata. Una girandola di incontri tra la sede del Pd e la Camera da cui emergono due punti fermi: una possibile maggioranza larga sul tedesco con la soglia al 5% e la volontà del Pd di andare al voto anticipato in autunno. E su quest’ultimo punto c’è ottimismo nel Pd. “Il patto con Forza Italia e 5 Stelle regge”, assicura un big dem. Del resto, un accordo di ferro è l’unica carta per il voto anticipato. Per votare il 24 settembre o ai primi di ottobre, occorre sciogliere le Camere entro luglio e questo comporta un ok alla legge elettorale rapido e senza intoppi. Intanto oggi i 5 Stelle hanno ribadito ufficialmente l’ok al tedesco nel colloquio con il Pd. C’è anche l’accordo di Mdp, di Sinistra Italiana e domani i capigruppo dem vedranno Lega, Fdi e Forza Italia. La grana però è tutta interna alla maggioranza. Angelino Alfano e Ap chiedono una soglia più bassa. Ma sul punto non sembra ci siano margini di trattativa. E questo sarebbe stato ribadito dallo stesso Renzi ad Alfano in un faccia a faccia nel pomeriggio. “Renzi ci ha detto che c’è una convergenza con M5S e Forza Italia sul tedesco con la soglia al 5%, ha riferito il capogruppo di Ap, Maurizio Lupi, a Porta a Porta. Terminato il giro di incontri con le forze politiche, Renzi riunirà la Direzione del Pd, domani alle 18, per ufficializzare la posizione dem sul tedesco. Mercoledì in commissione Affari Costituzionali, il relatore Emanuele Fiano potrebbe presentare un emendamento per ‘trasformare’ il Rosatellum, attuale testo base, in tedesco. Quindi una marcia a tappe forzate in commissione per l’esame degli emendamenti e arrivare in aula il 5 giugno, come stabilito dalla capigruppo di Montecitorio. Ai blocchi di partenza, dunque, potrebbe esserci una larga convergenza sul tedesco. Ci sono diversi aspetti però da chiarire e su cui trattare in corso d’opera. “I dettagli nella legge elettorale sono fondamentali -osserva Alfredo D’Attorre di Mdp- non sappiamo ancora come saranno i collegi, se ci sarà la possibilità di voto disgiunto e poi come si eleggono i parlamentari? Noi siamo contrari ai listini bloccati”. Un iter che potrebbe sfilare consensi in corso d’opera ma nel Pd c’è ottimismo sul fatto che il patto con Fi e M5S reggerà permettendo un iter rapido con numeri solidi anche nel delicato passaggio del Senato e quindi andare al voto in autunno. “Così metteremmo a rischio la manovra? E perchè mai? Il governo metterà in sicurezza i conti e poi le scelte di politica economica le farà il nuovo governo”, dice Ettore Rosato ricordando che il ‘Salva Italia’ di Mario Monti venne votato ai primi di dicembre. La soglia del 5% spinge i ‘piccoli’ ad organizzarsi e a sinistra del Pd i lavori sono già in corso. L’interlocuzione tra Mdp e Giuliano Pisapia è aperta da tempo ma non si è ancora concretizzata e al momento si registrano posizioni distanti sul punto della legge elettorale con i dempro favorevoli al tedesco e Campo progressista che invece lo critica. “Noi -dice Nicola Fratoianni per Sinistra Italiana- siamo aperti al confronto con tutti. Partiti, movimenti, associazioni. Vedrò presto Roberto Speranza e siamo pronti a incontrare anche Pisapia. Giuliano ha avuto posizioni diverse dalle nostre, ad esempio sul referendum del 4 dicembre, ma non c’è nessuna preclusione”. “L’importante -aggiunge- è mettersi d’accordo su un punto. Se ci mettiamo tutti insieme, lo facciamo per essere alternativi a Renzi adesso e anche dopo le elezioni.

foto La Stampa

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