Cina e Tunisia: quali sinergie? E l’Italia?

(di Pasquale Preziosa) La Cina da tempo porta avanti una politica di investimenti su scala globale. In Africa è presente in 48 stati sui 54 totali riconosciuti.

“La geografia impedisce alla Cina di giocare il ruolo di attore strategico globale”[1], scarseggia di acqua e di terre arabili.

La sua politica economica, nonostante il suo assetto politico interno, è giudicata la più liberista al mondo che gli consente un espansionismo economico verso i paesi esteri molto forte: la Cina ha la necessità di importare risorse naturali non presenti nel proprio territorio.

La Cina ha un problema importante di coesione interna: ciò può essere garantito solo dalla crescita economica costante del paese, crescita che dà la speranza a tutti i cittadini di un futuro migliore, il 50% della Cina deve essere ancora sviluppata e questa è la frattura sociale interna.

Le società cinesi di costruzioni di infrastrutture sono sparse in tutta l’Africa: vincono i contratti utilizzano forza lavoro cinese, prendono le royalties per lunghi anni.

Per le importazioni, i cinesi in Africa puntano sulla costruzione di porti, banchine, moli, per potersi garantire la vie di accesso marittimo.

Per le comunicazioni, la Cina si avvale di colossi quali la China Communications Construction Company Ltd. (CCCC) ora presente anche in Tunisia , nella capitale nel North Hilton district, vicino al distretto degli affari tunisino di Berges du Lac.

La compagnia cinese è ben organizzata in Africa avendo un vice presidente responsabile sia per l’Africa che per il Medio Oriente.

L’obiettivo cinese per la Tunisia è quello di partecipare ai grandi progetti di costruzione in loco come il ponte di Biserta, nel mirino ormai da molti anni.

Quest’anno sarà decisivo per il progetto che ha visto l’impegno della Banca Europea degli Investimenti (BEI).

L’Europa e l’Italia, in particolare, dovrebbero essere più pro attivi per rinforzare le relazioni con un paese importante, quale è la Tunisia, porta dell’Africa per l’Europa e anche per il Medio Oriente e viceversa, attraverso la partecipazione a progetti che aumentino i legami anche culturali col nostro paese: Cartagine dista da Roma 45 minuti di volo, ma la separano da Pechino ben 9000 Km.

La Cina ha interessi globali e attraverso le compagnie filiali della CCCC come la China Harbour Engineering Co. sta seguendo la costruzione di un porto con acque più profonde a sud di Hammamet (Enfida).

La CCCC è anche interessata agli sviluppi agricoli in Tunisia ove vi sono migliaia di ettari di uliveti confiscati al precedente presidente Ben Ali, e sui quali ora sono concentrate le attenzioni della compagnia.

L’oro verde, come viene definito l’olio di oliva, è uno dei fiori all’occhiello del nostro paese in competizione con la Spagna che, si avvale delle importazione di olio dalla Tunisia. Rammento che le macchine di estrazione dell’olio in Tunisia sono prevalentemente di origine italiana.

Se gli investimenti cinesi in Tunisia dovessero avere successo, il successivo passo sarà l’importazione di olio di oliva cinese tunisino in Europa, da porti sempre cinesi tunisini.

L’impegno europeo e italiano verso i paesi del Nord Africa deve essere costante, la Tunisia è un paese chiave insieme all’Algeria per il rinforzo della Sicurezza Nazionale e alla sicurezza europea.

La nostra Sicurezza Nazionale è strettamente legata alla sicurezza del Nord Africa che deve presentare costantemente tratti di stabilità di politica interna e di non scompenso economico per non generare flussi migratori non controllati.

 

[1] Carlo Jean-Geopolitica del mondo contemporaneo

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