(di Massimiliano D’Elia) “Sono anni che gli studiosi avvisano i decisori: ‘Le pandemie sono autentiche minacce per l’umanita” ma i decisori si fanno trovare sempre impreparati e la gente non li segue“. Cosi’ ha scritto in un articolo pubblicato da Eurispes, Pasquale Preziosa già capo dell’Aeronautica Militare e oggi Presidente dell’Osservatorio sulla Sicurezza.
A riprendere il concetto sull’Espresso l’inchiesta, molto dettagliata, fatta da Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian. Nell’inchiesta si parla che nei corridori dei palazzi che contano a Roma, membri del Governo sarebbero preoccupati dai comportamenti degli italiani che se non dovessero modificarsi presto nel segno della responsabilità, bisognerà prendere altre misure estreme. Ciò, poiché all’emergenza sanitaria ed economica rischierebbe di aggiungersi quella altrettanto drammatica dell’ordine pubblico. Dunque, precisa l’articolo dell’Espresso, è necessario prepararsi in tempo, e cominciare a pensare piani d’ azione per le forze dell’ordine e, nel caso, per I’ Esercito. “Bisogna essere pronti ovunque e cercare di coinvolgere maggiormente i militari”, spiega una voce autorevole da Palazzo Chigi. “Senza allarmare la popolazione, ma senza farsi trovare impreparati per l’ennesima volta“.
I politici sentiti dall’Espresso dicono, sottovoce, che serve un salto di qualità nel controllo del territorio. Non solo perché le norme dei decreti del Governo vengano davvero rispettate, ma anche per creare reti di sicurezza in ogni città. Il tema è quello di militarizzare le strade per imporre le regole date dai numerosi decreti varati dal Governo e sistematicamente disattesi da una perte di italiani. “E’ evidente, spiegano i politici, che bisogna bloccare I’ epidemia ad ogni costo, e che finora parte della popolazione non sembra aver recepito il pericolo reale“.
L’appello del Governo battuto in serata dall’Ansa: “Non viaggiare neanche per tornare in famiglia”, va fatto uno sforzo in più da parte di tutti. Anche da parte di chi lavora o studia in un’altra regione diversa dal luogo dove ha la propria famiglia o la residenza: non si sposti. Se si vuole davvero bene ai propri cari, e per il bene di tutti, vanno evitati questi viaggi“. E’ l’appello di Palazzo Chigi. “Proprio per contrastare l’emergenza Coronavirus, e nell’ambito degli interventi volti alla riduzione dei treni ordinari a lunga percorrenza, il Ministero dei Trasporti ha disposto da stasera il blocco dei treni notturni”.
Il rischio è che, se dovesse peggiorare la situazione, I’ anarchia possa prendere il sopravvento. Non possiamo permettercelo”. Nel sistema nazionale le emergenze per catastrofi sono devolute alla Protezione civile, che non si occupa però di ordine pubblico. D’altro canto, precisa l’inchiesta dell’Espresso, nessuno aveva previsto epidemie o rischi biologici di entità simili al Covid-19. Esistono piani riservati nelle prefetture di ogni provincia che stabiliscono le linee operative delle forze dell’ordine in coordinamento con i reparti sanitari e gli altri attori sul territorio. Sono i piani di difesa civile e quelli sugli attacchi esterni denominati Nbcr (nucleare, batteriologico, chimico, radiologico).
Nessuno però aveva mai immaginato di doversi confrontare con un’ emergenza sanitaria da coronavirus, che ha un impatto su una scala infinitamente maggiore di un attacco terroristico o incidente biologico. L’ epidemia, soprattutto, pone profili di ordine pubblico mai ipotizzati prima, tipo la paura incontrollata della gente fomentata da notizie false diffuse sui social network, e da un’ informazione istituzionale a volte contraddittoria e confusa. Ecco perché in questo contesto di rischio psicosi, il ruolo delle prefetture assume sempre più peso. Sono, infatti, i prefetti e i funzionari che lavorano negli uffici del governo territoriale i deputati alla gestione dell’ordine pubblico.
“Da settimane i colleghi, unitamente a tutto il restante personale disponibile, stanno puntualmente supportando I’ azione di coordinamento dei Prefetti sul campo”, chiarisce Antonio Giannelli, presidente del Sinpref, il sindacato dei funzionari prefettizi. Perciò, continua Giannelli, “siamo pronti a ogni sforzo straordinario che, anche per sopperire le carenze di personale che si registrano in tante Prefetture, contempli una mobilitazione di tutti i colleghi disponibili. Bisogna operare però un’ adeguata turnazione e preservare la loro salute, assicurando la massima efficienza operativa all’intero del dispositivo d’intervento”.
Polizia, carabinieri, finanzieri e polizia locale, potrebbero essere presto usati sulle strade, sia per operare maggiori controlli sui cittadini sia per intervenire dove necessario. Una dimostrazione della nostra impreparazione è stata data dalla rivolta delle carceri italiane: “Sappiamo cosa fare durante gli eventi sportivi, nelle rivolte dei centri di accoglienza dei migranti, ma non abbiamo mai ricevuto alcuna direttiva su come comportarci nelle gestione dell’ordine pubblico in eventi conseguenza di un’ emergenza sanitaria“, ci spiega uno degli agenti intervenuti per sedare la rivolta nel carcere di Modena, dove si sono contati nove morti.
Esercito
Il ministero della Difesa, guidato da Lorenzo Guerini è intervenuto nell’emergenza mettendo a disposizione immobili e caserme, per eventuali quarantene, come nel caso della Cecchignola a Roma e il presidio Riberi a Torino, ospedali militari (Baggio a Milano e non solo) e una quarantina tra medici e infermieri militari. Il capo dello Stato Maggiore della Difesa, il generale Enzo Vecciarellì è pronto, nel caso di una richiesta del governo, a intervenire anche nel campo dell’ordine pubblico.
I militari (circa 500 uomini), comunque, nelle prime aree dei focolai lodigiani e padovani sono già stati impiegati per presidiare una cinquantina di valichi. Ora l’ipotesi è quella di usare, nell’emergenza coronavirus, un numero di forze assai maggiore, sul modello ‘Strade sicure’. L’Esercito, che è distribuito capillarmente sul territorio nazionale, potrebbe essere utilizzato anche per distribuire cibo e medicine a coloro che non riuscissero a procurarselo da soli. Esercito, ma soprattutto Polizia e carabinieri, potrebbero essere impiegati anche su un altro fronte. Quello dei trasporti eccezionali (nel caso di blocco di quelli pubblici) e quello del controllo dei negozi alimentari. La calca davanti ai supermercati è considerato segnale preoccupante dalle autorità. I cittadini che corrono negli alimentari per paura di trovare gli scaffali vuoti, terrorizzati nonostante le rassicurazioni del governo sulla possibilità di fare sempre la spesa, hanno colpito tutti gli osservatori e analisti. La folla incontrollata è una minaccia alla sicurezza.
007 in allarme
Anche i servizi segreti sono in allarme. Aisi e Aise non hanno competenze specifiche sulle epidemie, ma è noto che I’ intelligence ha il compito di ricercare ed elaborare nei settori di competenza tutte le informazioni utili alla difesa dell’indipendenza, dell’ integrità e della sicurezza della Repubblica.
L’ Aise, la nostra agenzia per la sicurezza estema, ha certamente capacità sulle minacce Nbcr, ma in caso di epidemie nessun piano è stato mai approntato. Ad oggi, il governo ha chiesto ai nostri servizi di ottenere informazioni sulle ditte straniere che si stanno accalcando per venderci materiale sanitario, mascherine e ventilatori. Per capire se sono aziende serie, se i prodotti sono di qualità e a prezzi congrui. Qualcuno, a Palazzo Chigi, vorrebbe pure che i nostri agenti lavorassero per capire chi, nel mondo, si sta avvicinando maggiormente a farmaci antivirali efficaci contro il Covid 19 e al vaccino, per cercare di essere pronti ad acquistare prima di tutti le scorte necessarie.
In un’emergenza mai affrontata prima, occorre lasciare nel cassetto la “paura di decidere”, in ballo c’è la salute dei propri cittadini e, in un certo senso, la Difesa e la Sicurezza della propria Nazione, oggetto, in questi giorni, di inimmaginabili speculazioni finanziarie e non solo da alcuni Paesi, “considerati” amici. Occorre da subito mettere nello stesso cassetto anche i colori politici, tutti insieme dobbiamo contribuire con comportamenti, azioni e decisioni per un comune fine: sconfiggere la peggiore minaccia per l’umanità dell’ultimo secolo.