Ieri il consueto rallentamento del week-end del numero dei tamponi eseguiti, circa 196000, ha comunque evidenziato che il contagio da coronavirus non molla la presa. 33.979 sono i positivi individuati, 546 le vittime e le terapie intensive registrano un aumento di 116 posti portando il totale delle persone in rianimazione a 3.422. Ricordiamo che il numero delle terapie intensive in Italia è pari a 8800 posti, aumentabili fino a 10000. I ricoverati nei reparti ordinari sono aumentati di 649 unita’, portando il totale a 32.047.

Il rapporto tra positivi e test continua a salire fino a quota 17,4%, in settimana si era raggiunto il valore quasi rassicurante del 14,6%.

Gli esperti guardano ora con maggiore attenzione proprio questo dato numerico, l’unico in grado di far stabilire il reale andamento della curva del contagio.

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE ha fatto un inciso sui dati delle ultime 24 ore: “Le parole rallentamento, raffreddamento, e frenata hanno generato un ingiustificabile eccesso di ottimismo per la variabile interpretazione del reale significato di questi termini: una ridotta velocità con cui sale la curva dei contagi. Per interpretare correttamente il concetto di rallentamento o frenata bisogna tenere conto di tre elementi. Innanzitutto, il dato deve essere confermato nelle prossime settimane; in secondo luogo puo’ essere influenzato da effetti di saturazione a livello territoriale e ospedaliero; infine, tutte le curve continuano a salire in maniera comunque molto rapida peggiorando la capacita’ di risposta dei servizi sanitari”.

Cartabellotta all’Ansa commentando i dati dell’analisi a ieri, ha detto: “Quello che si osserva e’ una riduzione dell’incremento percentuale dei nuovi casi giornalieri: dal 5% del 30 ottobre al 3,4% del 14 novembre che potrebbe essere un effetto delle misure introdotte. Tuttavia, nello stesso periodo, continua a crescere il rapporto positivi/casi testati, dimostrando che la curva di crescita rallenta anche per la ridotta capacita’ di effettuare tamponi. Il rallentamento si intravede, in misura minore, sulla velocita’ di crescita di ospedalizzazioni e terapie intensive. Tuttavia, non conoscendo i flussi dei pazienti in entrata e in uscita, anche questo dato puo’ essere influenzato dall’effetto saturazione dei posti letto. Infatti, le soglie di occupazione del 40% (area medica) e 30% (terapia intensiva) sono state entrambe superate con una media nazionale ad oggi rispettivamente del 50% e del 34% e valori molto piu’ elevati in alcune Regioni, dove i servizi ospedalieri sono ormai allo stremo, come documentano le narrative di chi lavora in prima linea”.

Covid-19: Ieri rapporto positivi-test al 17,4%. Il contagio non molla la presa

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