I conflitti e le orovocazioni minacciano la stabilità Internazionale
di Antonio Adriano Giancane
Il panorama geopolitico globale si trova in una fase di estrema tensione con conflitti aperti e atti di provocazione che minacciano la stabilità in diverse regioni.
In Ucraina, la guerra con la Russia continua a devastare il paese, con migliaia di vittime e un impatto umanitario devastante a questo dobbiamo aggiungere la preoccupante situazione in Medio Oriente dove la violenza ha raggiunto picchi altissimi con il conflitto tra Israele, Hamas e Libano, che ha scatenato una delle più gravi crisi nella regione degli ultimi anni, coinvolgendo potenze internazionali e suscitando preoccupazioni di escalation.
Contemporaneamente, le tensioni tra Cina e Taiwan aggiungono ulteriore incertezza, con Pechino che intensifica le sue esercitazioni militari intorno all’isola, alimentando timori di un potenziale scontro rappresentano una sfida diretta all’ordine mondiale.
Secondo quanto reso noto dal Wall Street Journal Usa infatti, le forze armate cinesi hanno annunciato l’inizio di esercitazioni congiunte aeree e navali intorno alle isole principali e periferiche di Taiwan. Queste manovre coinvolgono l’esercito, la marina, l’aeronautica e le forze missilistiche, simulando un possibile blocco.
la Cina ha movimentato 17 navi da guerra, compresa la portaerei Liaoning, e 125 aerei da combattimento, il numero più alto di forze aeree mai messo in campo. E, se non bastasse, Pechino ha ribadito che gli avvertimenti per «gli atti separatisti» di Taiwan si ripeteranno con sempre maggiore incisività se l’isola ribelle non dimetterà la sua retorica “indipendentista”. “Taiwan non sarà mai un Paese autonomo” e la Cina “non rinuncerà mai all’uso della forza“, ha chiarito il portavoce del ministero della Difesa cinese, Wu Qian. “È un severo avvertimento alle forze secessioniste pro-indipendenza di Taiwan“, ha dichiarato Li Xi, portavoce del Comando del Teatro Orientale delle forze armate cinesi, descrivendo le esercitazioni, denominate “Joint Sword-2024B“, come un’operazione legittima e necessaria per la difesa della sovranità e dell’unità nazionale della Cina.
L’annuncio arriva dopo che il nuovo presidente di Taiwan, Lai Ching-te, ha ribadito la sovranità dell’isola nel suo intervento di giovedì scorso, respingendo le pretese della Cina su Taiwan, pur lanciando un messaggio distensivo. Lai, nel suo intervento, ha marcato fortemente come Pechino non abbia mai governato l’isola e, benché abbia invitato alla calma, Pechino lo considera un forte sostenitore dell’indipendenza di Taiwan. Questo rappresenta una linea rossa per i leader del Partito Comunista Cinese, che considerano l’isola parte del loro territorio.
La risposta di Taiwan non si è fatta attendere, il Ministero della Difesa di Taiwan ha condannato queste azioni, definendole una “provocazione irrazionale“, e ha inviato forze militari adeguate per monitorare la situazione ribadendo la ferma volontà di Taiwan a difendere la propria sovranità puntando il dito contro il Partito Comunista Cinese ritenendolo la causa delle crescenti tensioni e minacce alla pace nello Stretto di Taiwan. Secondo l’esercito taiwanese, le intimidazioni e le pressioni costanti di Pechino mirano a limitare la presenza internazionale dell’isola.
Le forze armate cinesi avevano già condotto un’esercitazione simile a maggio, denominata “Joint Sword-2024A“, subito dopo l’insediamento di Lai. Secondo Ben Lewis, cofondatore di PLATracker, un’organizzazione che monitora le attività militari cinesi, le dichiarazioni di Lai hanno fornito a Pechino il pretesto ideale per mantenere la promessa di un’altra grande esercitazione.
Con la guerra in Ucraina che prosegue senza segni di tregua, il conflitto in Israele che rischia di coinvolgere ulteriori attori regionali e la Cina che aumenta le minacce su Taiwan, il rischio di una confluenza di crisi globali che possano portare ad una pericolosa escalation appare sempre più reale, facendo temere un pericoloso incremento delle ostilità su più fronti con gli esiti pericolosamente incerti.
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