Francia. Un padre accusa WhatsApp, YouTube della morte del figlio, lo Stato francese e diverse piattaforme sociali

Un quattordicenne francese si è tolto la vita lo scorso ottobre ed il padre ha deciso di sporgere denuncia contro WhatsApp, YouTube, un sito di appuntamenti per adolescenti (rencontre-ados.com) e lo Stato francese per aver permesso al figlio di entrare in contatto con il famigerato “Momo Challenge”. Molto attivo nella comunità e pieno di sogni e progetti, come è stato diffuso dalla stampa transalpina, secondo la famiglia il giovane Kendal non si sarebbe mai suicidato se non avesse partecipato al gioco che incita i partecipanti a commettere atti pericolosi, che possono arrivare fino alla morte.

«I giovani non sono protetti – ha spiegato René Gattino ad AFP – lo Stato non ha mai affrontato questo problema adeguatamente. Pensavamo di condurre una vita tranquilla in campagna, ma Internet è ovunque…».

Il pubblico ministero ha comunicato ai media che sono state avviate delle indagini «per determinare le circostanze esatte della morte». Lo scorso settembre un deputato francese ha inviato un’interrogazione al ministro dell’Interno. Il “Momo Challenge” è simile al più noto “Blue whale Challenge” per il quale la polizia francese si era mossa nel 2017. Al di là del dramma e dell’iniziativa giudiziaria, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si augura che finalmente si prenda atto a livello globale che queste pericolose catene meritano i più approfonditi controlli e puntuali verifiche da parte delle autorità statali per la loro diffusione fra la platea di migliaia di giovani le cui barriere psichiche si affievoliscono sempre più nella totale impreparazione e difficoltà a controllare da parte dei genitori e di chiunque ne abbia la responsabilità.

Francia. Un padre accusa WhatsApp, YouTube della morte del figlio, lo Stato francese e diverse piattaforme sociali

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