La difesa europea diventa un tema cruciale nel dibattito politico. Al congresso di Azione, Guido Crosetto sottolinea l’importanza di un modello Nato e prevede che Trump chiederà agli alleati europei di aumentare la spesa militare fino al 5% del PIL. Gentiloni invita il governo italiano a un europeismo convinto, mentre Fitto sostiene l’uso volontario dei fondi di coesione per la difesa
di Emanuela Ricci
La difesa europea torna al centro del dibattito politico con le dichiarazioni di Guido Crosetto al congresso di Azione, dove ha ribadito la necessità di un rafforzamento militare continentale seguendo il modello Nato. L’invasione russa dell’Ucraina ha segnato uno spartiacque, evidenziando l’importanza di una difesa comune e dell’aumento degli investimenti, con l’Italia che deve affrontare le difficoltà legate all’alto debito pubblico.
Crosetto ha previsto che al vertice Nato di giugno, Donald Trump potrebbe chiedere agli alleati europei di aumentare la spesa militare fino al 5% del PIL, sottolineando come molti Paesi abbiano già raggiunto il 3,5%. Mark Rutte, probabile prossimo segretario generale della Nato, potrebbe proporre tale quota come riferimento per i membri europei. Tuttavia, l’Italia, con un debito elevato e difficoltà di bilancio, fatica a raggiungere anche il 2% e non a caso il ministro della Difesa ha ammesso le difficoltà nel reperire risorse adeguate, pur affermando che la difesa non è una scelta politica ma una necessità per tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro opinioni.
Nel dibattito si inserisce anche Paolo Gentiloni, che ha sottolineato la necessità di una posizione europeista forte, invitando il governo italiano a non essere “europeista controvoglia” per evitare di restare ai margini delle decisioni internazionali. Ha inoltre definito il programma Readiness 2030 (ex Rearm Europe) un primo passo limitato e ha sposato la visione di Mario Draghi sulla necessità di un debito comune per finanziare la difesa. Secondo Gentiloni, l’Italia non può permettersi di restare fuori dalle decisioni chiave per la sicurezza europea.

Raffaele Fitto ha ribadito il valore del piano europeo di autonomia strategica, sottolineando che l’uso dei fondi di coesione per la difesa è volontario e che l’Europa dovrà mantenere un dialogo con gli Stati Uniti, ma con la “schiena dritta”. Ha evidenziato che il piano di Bruxelles è la strada giusta per rafforzare la sicurezza del continente senza rinunciare alla sovranità economica degli Stati membri.
Crosetto ha anche attaccato il leader M5S Giuseppe Conte, accusandolo di incoerenza sugli impegni presi nel 2018-2019 per l’aumento delle spese militari. L’ex premier ha replicato da Cosenza, mettendo in discussione l’idoneità di Crosetto come ministro della Difesa, ricordando il suo passato nel settore delle industrie belliche. Lo scontro evidenzia le tensioni tra chi ritiene imprescindibile l’aumento delle spese militari e chi preferirebbe destinare le risorse ad altri settori.
Lo scenario globale presenta numerose incognite, dalla guerra in Ucraina alla competizione tra grandi potenze, dalla crescente minaccia cibernetica ai conflitti in Medio Oriente e alle tensioni con la Cina. Crosetto ha evidenziato che la difesa non è più una scelta, ma un prerequisito per la democrazia e la stabilità delle istituzioni. Ha inoltre avvertito che Trump non è il “terremoto” della politica internazionale, ma il “sismografo” di un cambiamento in atto, con un mondo sempre più diviso tra competizione tra superpotenze e nuovi scenari di conflitto ibrido.
Il futuro della sicurezza europea si gioca, pertanto, sulla capacità dell’UE di trovare un equilibrio tra il legame con gli Stati Uniti e una maggiore indipendenza strategica. L’Italia, con il suo debito elevato e un’opinione pubblica divisa, dovrà affrontare la difficile sfida di bilanciare esigenze di sicurezza e sostenibilità economica, evitando di restare indietro in un contesto geopolitico in continua evoluzione.
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