Dopo un anno di guerra ci si prepara alla resa dei conti:  si affilano le armi per l’assalto di primavera

Dopo un anno di guerra la pace non c’è. L’Onu compatta vota contro la Russia. Der Spiegel: la Cina pronta a vendere droni alla Russia. Gli Usa stanziano altri 2 mld. G7: pronti a dare maggiori aiuti.

(di Massimiliano D’Elia) La guerra in Ucraina oggi entra nel suo primo anno senza poter vedere all’orizzonte alcuna flebile svolta di pace, anzi ha risvegliato antiche coscienze che pensavamo sotterrate per semrpre. Tutto il mondo ha mostrato un forte sostegno al popolo ucraino dopo un anno di creunti combattimenti che hanno visto cadere sul terreno centinaia di migliaia di uomini tra militari e civili.

Parigi ha illuminato la Torre Eiffel con i colori blu e giallo della bandiera ucraina e le persone drappeggiate con bandiere ucraine si sono riunite durante una veglia notturna a Londra. A Bruxelles, gli edifici dell’Unione Europea sono stati illuminati con i colori distintivi ucraini.

L’Onu vota una risoluzione per il ritiro immediato dei russi dall’Ucraina

All’Onu ieri è stata votata una risoluzione che chiede alla Russia l’immediato ritiro dei suoi miltari dall’Ucraina. Con 141 voti favorevoli e 32 astenuti la Russia, di fatto, è rimasta isolata nel contesto internazionale. Sei paesi, invece, si sono uniti alla Russia nel votare no: Bielorussia, Corea del Nord, Eritrea, Mali, Nicaragua e Siria. Cina ed India si sono astenuti.

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Il vice ambasciatore russo alle Nazioni Unite Dmitry Polyanskiy ha bollato la votazionie delle Nazioni Unite come “inutile”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha salutato il voto su twitter: “Questa risoluzione è un potente segnale di instancabile sostegno globale all’Ucraina”.

Nel frattempo i leader del G7 si sono detti pronti a coordinarsi per un maggiore aiuto all’Ucraina.

Washington erogherà subito un’altra tranche di aiuti militari all’Ucraina pari a 2 miliardi di dollari, ad annunciarlo alla CNN il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan, senza fornire dettagli su queste nuove consegne.

Dagli indicatori sul terreno e dalla mosse della Comunità Internazionale è chiaro che si è vicini alla resa dei conti che dovrebbe iniziare a ridosso della primavera. Ci si prepara, quindi, alla grande e ultima battaglia anche se proposte di pace e contatti tra le superpotenze Cina e Usa sono ancora in piedi. Il punto è che nessuno ad oggi vuole tornare allo status quo dello scorso anno. Come sostiene Macron non si può però umiliare Putin ma non si può neanche consentire che un’invasione scellerata porti poi a conquiste territoriali: sarebbe una sconfitta in grado di ingenerare una spirale di guerra difficile poi da fermare con armi convenzionali. Solo la Cina, se davvero lo volesse, potrebbe favorire subito una tregua prodromica ad una pace da costruire con basi solide anche schierando forze di interposizione sul territorio ucraino.

Der spiegel: la Cina pronta a fornire droni alla Russia

L’esercito russo è impegnato in trattative con la cinese Xi’an Bingo Intelligent Aviation Technology per la produzione di massa di droni kamikaze alle sue forze armate.

E’ quanto riporta Der Spiegel, secondo cui la vicenda crea una nuova urgenza nel dibattito sul possibile sostegno militare cinese alla Russia.

In base alle informazioni raccolte dalla testata tedesca, l’aziensa cinese avrebbe accettato di produrre e testare 100 prototipi di droni ZT-180 prima di consegnarli alla Difesa russa entro aprile 2023. Gli esperti militari ritengono che lo ZT-180 sia in grado di trasportare una testata da 35 a 50 chilogrammi.

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