Venerdì scorso, nelle acque liguri fra Savona e Vado, la petroliera Seajewell, battente bandiera maltese, è stata probabilmente oggetto di un attacco con cariche esplosive. Sebbene i danni siano stati contenuti, l’evento ha sollevato preoccupazioni significative. L’ipotesi di attentato ha preso forza ieri, quando la Direzione distrettuale antimafia di Genova ha aperto un fascicolo per «naufragio di natante aggravato dal terrorismo». Il procuratore di Genova, Nicola Piacente, ha spiegato che questo è il reato ipotizzato quando si verificano atti che possono condurre al naufragio.
L’Antiterrorismo ha assunto il controllo dell’indagine, inizialmente gestita dagli inquirenti di Savona, schierando la Digos di Genova, gli uomini della Capitaneria di porto, un ufficiale del Comando di Roma, i Gos del Comsubin della Marina e i sub della Polizia. Tra gli elementi che suggeriscono l’uso di due ordigni piazzati dall’esterno vi sono la moria di pesci nella zona dell’esplosione e le lamiere dello scafo piegate verso l’interno nel punto della falla (di dimensioni 120×70 cm). La scatola nera della nave e le analisi sui pesci morti, alla ricerca di tracce di esplosivo, potrebbero fornire ulteriori indizi. L’analisi degli esplosivi potrebbe dissipare paure e sospetti.
La nave Seajewell, proveniente dall’Algeria e con armatore greco, era stata indicata dagli ucraini come parte di un presunto contrabbando gestito da società legate alla Russia. Questo evento potrebbe essere un avvertimento lanciato da elementi esperti o una manovra di disturbo in un contesto internazionale già teso.
Recentemente, si sono verificati numerosi incidenti sospetti. Il 23 dicembre, il mercantile Ursa Major è affondato nel quadrante iberico, con l’armatore che ha indicato il terrorismo come possibile causa. A bordo del mercantile c’erano parti destinate a un nuovo rimorchiatore russo. Un mese dopo, un incendio è scoppiato sulla nave spia Kildim al largo di Cipro, seguito da problemi minori per il cargo Sparta diretto in Siria e per alcune cisterne nel Baltico. Più grave è stato l’incidente della petroliera Koala nello scalo di Ust-Luga, nella regione di San Pietroburgo, colpita da tre esplosioni. Sebbene non vi siano prove concrete di dolo, la frequenza di questi eventi ricorda il conflitto marittimo tra Israele e Iran.
Le agenzie di intelligence sono in allerta continua, come dimostra l’attenzione riservata al mercantile Maia I, entrato nel Mediterraneo dopo aver attraversato Suez. Salpata da Vladivostok e diretta a Ust-Luga, la nave trasporta materiale nordcoreano ed è soggetta a sanzioni internazionali.
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