Iraq: presidenti Erdogan e Rohani su referendum Kurdistan, pronti a prendere nuove misure contro Erbil

   

Secondo quanto riferisce Nova, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha ribadito oggi, in occasione della conferenza stampa tenuta a Teheran con l’omologo iraniano, Hassan Rohani, la sua opposizione al referendum celebrato il 25 settembre scorso nella regione autonoma del Kurdistan iracheno, annunciando che saranno prese “contromisure maggiori” nei confronti di Erbil. “Non riconosciamo il referendum illegittimo del governo regionale del nord dell’Iraq – ha detto Erdogan -. La Turchia condivide 350 chilometri di confine (con la regione autonoma del Kurdistan iracheno) mentre ad est confina con l’Iran, a sud con il centro dell’Iraq e a ovest con la Siria. Perché il nord dell’Iraq ha tenuto questo referendum? Non c’è paese al mondo che lo riconosca eccetto Israele. Una decisione presa a tavolino con il Mossad (agenzia di intelligence iraniana) non può essere legittima”.

Rohani, da parte sua, ha detto che Ankara e Teheran lavoreranno insieme per “affrontare la disintegrazione dell’Iraq e della Siria” e placare le tensioni nella regione. “Vogliamo la sicurezza e la stabilità del Medio Oriente…il referendum sull’indipendenza del Kurdistan è un complotto settario di paesi stranieri ed è contestato sia da Teheran che da Ankara”, ha affermato Rohani nella conferenza stampa congiunta. Rohani ha aggiunto che l’Iran aumenterà le forniture di gas alla Turchia, nel quadro della sua strategia per rafforzare i legami economici con il paese vicino. “Durante il nostro incontro di oggi abbiamo concordato di espandere i nostri rapporti economici – ha spiegato il presidente iraniano -. la Turchia importerà più gas dall’Iran e la prossima settimana si terranno degli incontri per discutere i dettagli”. Erdogan ha ricordato invece che i due paesi hanno deciso di condurre gli scambi commerciali nelle rispettive valute, per arrivare ad un volume di scambi di 30 miliardi di dollari dai 10 miliardi di dollari attuali.