La politica nucleare degli Stati Uniti: fine era tattica

La politica nucleare degli Stati Uniti: la fine dell’era tattica

 

La deterrenza degli Stati Uniti si basa su un arsenale in grado di scongiurare qualsiasi ricorso al nucleare: è il concetto della Distruzione Mutua Assicurata. Non è concepito, in linea teorica, per essere utilizzato in per prevenire o durante un attacco convenzionale o in presenza di impiego di armi chimiche e biologiche sul campo. Mosca, nella sua nuova dottrina militare, prevede l’impiego di testate nucleari qualora la sconfitta, in uno scenario convenzionale, fosse certa. La dottrina strategica russa prevede anche il ricorso preventivo al nucleare per compensare le forze convenzionali superiori del nemico. La strategia di de-escalation, comporterebbe una risposta statunitense su larga scala in Second strike. La deterrenza dipenderà sempre da un certo grado di indeterminatezza e di incertezza. Non è tanto quello che si farà per rappresaglia, ma quello che accadrà una volta avviati i lanci.

Il ricorso al nucleare è previsto nel piano operativo 8010 del Comando Strategico degli Stati Uniti. Aggiornato nel 2012, dovrebbe essere declassificato nel 2022. Alcuni passaggi, grazie al Freedom of Information Act sono stati resi pubblici.

Nella sezione chiamata Inquadrare il problema, si legge che “…con la fine della guerra fredda il panorama internazionale è cambiato. La sicurezza globale è segnata da conflitti prolungati, costante cambiamento, enormi complessità e maggiore incertezza. Mentre le preoccupazioni dinamiche nello spazio e nel cyberspazio si evolvono, le minacce tradizionali alla sicurezza nazionale continuano ad essere rappresentate da Stati sovrani con emergenti capacità WMD (weapons of mass destruction)”.

L’OPLAN 8010-12 si rivolge ad un nemico X. Menziona specificamente la Russia e la Cina, ma “non rappresentano pericoli imminente per gli americani”. L’OPLAN 8010-12 è un testo molto semplice che conferisce una visione globale: è il testo di riferimento strategico per diversi potenziali nemici che possiedono arsenali nucleari o cercano di ottenerli.

“La rapida evoluzione tecnologica e l’ampia disponibilità civile delle capacità militari, hanno ridotto i costi di ingresso, mettendo a disposizione nuove armi. Diversi attori hanno avuto accesso a nuove funzionalità che in passato non avrebbero ottenuto senza significativi investimenti. La sovrapposizione delle sovranità continuerà a presentare sfide per la sicurezza nazionale”.

Nell’OPLAN 8010 si rileva la “necessità di una volontà politica americana nell’impiegare le forze strategiche qualora la deterrenza fallisse”. Abbiamo più volte analizzato le capacità della triade nucleare Usa, tuttavia il piano strategico reso pubblico non le menziona limitandosi ad un solo passaggio:

“L’obiettivo è chiaro: utilizzare il sistema adeguato per eliminare la capacità del nemico ed il suo apparato decisionale chiave per cessare le ostilità”. Il principio della deterrenza si basa sull’equilibrio tre le scarse informazioni diramate e quelle coperte da segreto militare. Informazioni sufficienti per spaventare il nemico.

L’infallibilità del Presidente degli Stati Uniti gli conferisce una precisa capacità di discernimento: trasformare un conflitto convenzionali in nucleare. Le soglie di tolleranza sono delineate, ma Nell’OPLAN 8010 si rileva testualmente che “il presidente può ordinare a Stratcom di rispondere ad un atto ostile o ad una minaccia imminente”.

Non vi è un vincolo sul potenziale uso del nucleare

“L’uso di qualsiasi arma, cinetica o non-cinetica, deve rispettare i principi fondamentali del diritto nei conflitti armati in base al criterio della proporzionalità. La necessità militare deve evitare sofferenze inutili o rischi di distinzione. Principi che dovranno essere presi in considerazione durante lo sviluppo e l’esecuzione di tali piani”.

Oltre alle diverse interpretazioni, l’OPLAN 8010-12 non chiarisce il modo in cui una risposta nucleare possa essere proporzionale.

In definitiva, sebbene remota, gli Stati Uniti prevedono la possibilità di utilizzare lo sterminato inventario strategico in risposta ad un attacco convenzionale o nucleare. OPLAN 8010 si compone di varie opzioni di attacco convenzionale e nucleare. Queste ultime sono classificate. OPLAN 8010 è un piano strategico che incorpora diversi elementi del potere nazionale per esercitare pressione ed ottenere effetti strategici contro avversari specifici.

L’errata percezione dei messaggi

E’ forse la sezione (pesantemente censurata) più importante dell’intero piano strategico. Si menzionano i rischi sull’errata percezione dei messaggi degli avversari. “I comandanti dovranno valutare costantemente e culturalmente una appropriata strategia di comunicazione. Indipendentemente da ciò, tutte le opzioni devono essere sempre disponibili”. Il principio della deterrenza si basa sull’equilibrio tre le scarse informazioni diramate e quelle coperte da segreto militare. Informazioni sufficienti per spaventare il nemico.

La politica nucleare degli Stati Uniti

Lo scopo finale delle armi nucleari Usa è il medesimo elaborato alla fine degli anni ’40: scoraggiare un attacco armato contro gli Stati Uniti e proteggere i suoi alleati. Per definizione, “gli asset nucleri sono uno strumento per impedire l’aggressione di qualsiasi tipo contro gli interessi nazionali e vitali dell’America”.

E’ il concetto della garanzia politica. E’ il medesimo che si applica per la bomba nucleare tattica guidata B-61 in Europa. Le B-61 dovrebbero rappresentare un deterrente strategico ritenuto in grado di dissuadere anche gli stessi alleati dallo sviluppare armi nucleari fatte in casa. Vanno quindi intese come una garanzia politica degli Stati Uniti, che ne detengono la proprietà e la discrezionalità, a protezione dell’Europa. L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord è stata concepita per supportare logisticamente la presenza in Europa degli Stati Uniti. Parliamo di una strategia che proviene direttamente dalla guerra fredda. La responsabilità condivisa per le armi nucleari si basa sulla solidarietà degli alleati della Nato e l’unità di intenti a protezione dell’integrità territoriale. Ma è ancora valido il concetto di arma nucleare tattica o arma nucleare non strategica?

Non esiste alcuna arma nucleare tattica

La definizione che raggruppa “le armi nucleari non strategiche” è una reliquia della guerra fredda. In base al concetto scalare di un asset tattico, il suo impiego è teoricamente ritenuto isolato, limitato e proporzionale. Tuttavia, così come ha dichiarato il generale John Hyten, comandante del Comando Strategico USA, “ogni arma nucleare impiegata è strategica”. Ciò è dovuto al crescente riconoscimento che qualunque utilizzo del nucleare avrebbe conseguenze strategiche.

Ed è sotto la lente strategica che bisogna valutare il loro reale fine, cioè convincere l’avversario di non poter raggiungere i propri obiettivi pena una rappresaglia devastante. E’ questa la deterrenza, scopo primario delle armi nucleari negli arsenali degli Stati nazionali che li possiedono. Nell’aprile del  2009, l’ex presidente Barack Obama da Praga affermò che gli Stati Uniti avrebbero compiuto passi concreti per un mondo senza armi nucleari. Tuttavia Obama affermò anche che “fino a quando queste armi esiteranno gli Stati Uniti manterranno un arsenale in grado di dissuadere qualsiasi avversario e garantire la difesa degli alleati”. Il requisito primario della sicurezza nazionale statunitense è la protezione del proprio popolo, ma così come ha ricordato Obama, l’ombrello nucleare e convenzionale Usa si estende per oltre trenta stati in tutto il mondo. Il concetto di deterrenza estesa significa semplicemente che uno Stato fornirà la sicurezza ad secondo Stato paventando la ritorsione contro un terzo che potrebbe desiderare di attaccarlo. È un’estrapolazione logica della teoria della deterrenza. La deterrenza estesa impegna gli Stati Uniti ad entrare in guerra con un’altra grande potenza per proteggere uno Stato più vulnerabile. Quando gli Stati Uniti scelgono di garantire la deterrenza estesa ad un altro Stato, tale impegno include tutte le misure previste, comprese quelle nucleari. La deterrenza è essenzialmente un’arma psicologica attiva sulle percezioni del potenziale avversario, ma perderebbe la sua efficacia senza una capacità credibile. I giudizi non possono essere determinati dalla moda, ma l’unica utilità positiva delle armi nucleari è il loro non impiego.

Un problema di definizioni

Il termine tattico è molto pericoloso, poiché ogni arma nucleare impiegata è in realtà strategica. L’effetto di una resa tattica sarà strategica. Se qualcuno attaccasse gli Stati Uniti con armi nucleari tattiche per definizione, la risposta sarebbe certamente strategica e non tattica. Il punto è che superando la linea, l’ultima volta superata nel 1945, la risposta sarà affidata alla rappresaglia termonucleare. E’ corretto dare le opportune definizioni. Le sei basi della Nato (Belgio (Kleine Brogel AB), Germania (Buchel AB), Italia (Aviano e Ghedi AB), Paesi Bassi (Volkel AB), e Turchia (Incirlik AB) ospitano circa 180 bombe nucleari americane B61 Mod-3,-4,-7,-10. Le basi italiane di Ghedi ed Aviano dovrebbero ospitare complessivamente dalle 30 alle 50 bombe nucleari B61. Le 180 testate B61 all’idrogeno, secondo il concetto politico della condivisione nucleare, saranno tutte riconvertite alla versione Mod-12. E sono tutte armi strategiche.

fonte Il Giornale

La politica nucleare degli Stati Uniti: fine era tattica