Ue uniti su Brexit e temi più caldi

   

Produttivi i due giorni di vertice. I 27 sono stati uniti nel ribadire la necessità di affrontare gli appuntamenti dei prossimi mesi con un approccio univoco sui temi cruciali della politica internazionale, della Brexit e dell’immigrazione. E anche se sullo sfondo c’è la difficile situazione della Catalogna, con il premier spagnolo Mariano Rajoy sostenuto dai colleghi nella ricerca del “ripristino della legalità”, l’agenda ambiziosa proposta dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk per i prossimi mesi ha ottenuto il consenso unanime dei leader, così come le decisioni su come far fronte alla prossima fase di negoziato con il Regno Unito per la Brexit. Soprattutto su questo fronte, i responsabili Ue hanno voluto mostrare un ottimismo impensabile quando, solo pochi giorni fa, il capo negoziatore Michel Barnier aveva parlato di “punto morto” per i colloqui.

Prima di lasciare Bruxelles e gli altri capi di Stato e di governo a discutere della questione, anche la premier britannica Theresa May si è mostrata più determinata a cercare di raggiungere un accordo in modo da poter procedere, possibilmente dal prossimo dicembre, con la seconda fase del negoziato, quello sulle relazioni future. Sulla politica estera, a fare da “collante” è la politica “isolazionista” del presidente Usa Donald Trump, che ha, per dirla con il presidente francese Emmanuel Macron, “rafforzato la necessità di essere uniti come europei” sui fronti internazionali. Sull’Iran, i leader hanno quindi fatto propria la “linea Mogherini”, che una settimana fa aveva reagito con durezza alla decisione di Trump di de-certificare l’accordo sul nucleare. Uno dei prossimi passi concreti sarà, nei prossimi mesi, la realizzazione delle prime “cooperazioni permanenti strutturate (Pesco) nel settore della sicurezza e della difesa.

Quanto all’immigrazione, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ha incassato il sostegno dei partner, con tanto di riconoscimento esplicito nel testo di conclusioni al “contributo significativo dato dall’Italia sulla rotta del Mediterraneo centrale”. Il nostro, ha spiegato il premier, è considerato “un paese che ha dato una risposta esemplare nei confronti dei trafficanti di esseri umani e che deve essere sostenuto sul piano politico e finanziario”. Sul tema le differenze di vedute fra i paesi emergeranno più avanti, in occasione delle discussioni per la riforma del regolamento di Dublino sul diritto di asilo, che dovrebbe avvenire nella prima meta’ dell’anno prossimo. E’ poi ancora lunga, anche se manca solo un mese alla decisione finale, la battaglia per l’assegnazione delle sedi continentali di Eba e Ema, le due agenzie europee delle banche e dei medicinali che devono lasciare Londra. “Milano ha delle buone carte da giocare e ne esce bene – ha detto Gentiloni riferendosi all’Ema – noi stiamo facendo un pressing diplomatico notevole, anche perché la nostra industria farmaceutica ha una sua forza”.

Della questione non si è parlato nelle riunioni formali, in cui ci si è limitati a una “informativa” sulla situazione da parte del premier estone che detiene la presidenza di turno. Infine, una delle priorità del semestre estone, l’agenda digitale, procede ma la questione della web tax, l’equa tassazione dei giganti di internet considerata cruciale da paesi come l’Italia e la Francia, rischia di creare divisioni con paesi come l’Irlanda e il Lussemburgo. L’appuntamento è all’Ecofin di dicembre, al quale si punta a trovare una posizione politica comune, mentre nella primavera dell’anno prossimo la Commissione presenterà la sua proposta legislativa.