Mida sa teed Trumpiga? Kas soovite maailmamajandust häirida? Kas see sobib sulle?

Allarme del mondo imprenditoriale dopo le annunciate intenzioni del presidente Usa Donald Trump di istituire una ‘border tax’. La governance del commercio “e’ minacciata da tendenze protezioniste senza precedenti” alle quali il G7 dovrebbe “opporsi al fine di promuovere la crescita”, si legge nella dichiarazione finale del B7. Le imprese dei Paesi del G7 si sono riunite nel Business Summit Italy a Confindustria, dove hanno consegnato questa mattina al premier Paolo Gentiloni in vista della riunione di Taormina un documento in cui prendono chiaramente posizione in merito alla stretta di Trump sull’import di prodotti europei e anche del Made in Italy.. Il Summit delle imprese e’ nato per la prima volta a Berlino nel 2007, nell’ambito del G7 tedesco, con l’intento di formulare raccomandazioni e proposte ai capi di Stato e di Governo. Da parte sua il nostro premier Paolo Gentiloni, intervenuto al Summit, ha definito il libero mercato e la liberta’ di commercio “il piu’ grande motore economico della storia”. In questo senso, “le alleanze tra le maggiori economie del mondo libero – spiega – saranno decisive rispetto alle sfide globali: fiducia e liberta’ economica sono due temi profondamente collegati. Senza fiducia il meccanismo del libero mercato potrebbe incepparsi ma da un’economia e una societa’ aperta, parte la strada per costruire la fiducia”. Insomma, in guardia dal protezionismo: e’ il messaggio lanciato anche dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che invita a non cavalcare l’ansia ma a “lavorare a soluzioni nell’interesse di tutti. Le politiche neoprotezioniste – ha sottolineato – non sono mai a effetti dati e alla fine la sommatoria e’ negativa per tutti”. L’idea di Trump di introdurre la ‘border tax’, sostiene Emma Marcegaglia presidente di Businesseurope, “sarebbe una dichiarazione di guerra commerciale” e a quel punto si dovrebbe rispondere con una denuncia al Wto. Non resteranno a guardare le imprese americane che fanno sapere: “Siamo all’inizio dell’amministrazione, si sta lavorando abbiamo tre milioni di aziende associate alla camera di commercio che faranno sentire la loro voce e la Casa Bianca dovra’ ascoltare”, ha detto John Hopkins, presidente della U.S. Chamber.

Forse Trump non sa che gran parte dei piccoli pezzi dell’alta tecnologia provengono proprio dall’estero. Le industrie americane hanno bisogno di prodotti di nicchia studiati e poi fatti anche in Europa. Il protezionismo non porta da nessuna parte, è buono solo sventolarlo in campagna elettorale per toccare la pancia della gente.

di Massimiliano D'Elia

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