Qatar esce dall’Opec. Nuovo fronte in Medioriente, con l’ingerenza di Mosca

Da gennaio 2019 il Qatar uscirà dall’Opec, l’organizzazione dei quindici paesi maggiori produttori di petrolio, nata nel 1961. In circa 60 anni di vita l’Organizzazione più famosa ed influente al mondo è sopravvissuta a tante guerre destabilizzanti avute negli anni in medioriente, costituendo un “cartello” unico per il commercio del petrolio a livello globale.

Nel 2006 è cambiato tutto quando l’Opec ha accolto anche paesi che non si riconoscevano nell’Organizzazione. E’ nato quindi lo strapotere di Russia e Arabia Saudita che insieme hanno iniziato a detatre le regole secondo interessi prettamente nazionali. Proprio a causa dell’ingerenza di altri paesi nelle scelte strategiche dell’Opec, il Qatar ha desciso di abbandonare l’Organizzazione. Così in conferenza stampa il ministro per l’Energia quatariota Saad Sherida al Kaabi ”II nostro abbandono riflette il desiderio di concentrarci sulla produzione di gas naturale liquefatto, portandola da 77 a 110 milioni di tonnellate l’anno”. Il suo paese figura all’undicesimo posto tra i paesi dell’Opec nella produzione di petrolio, con una quota di 600.000 barili di greggio al giorno, rispetto ai 10 milioni dell’Arabia Saudita. Per il Gas Naturale Liquefatto, invece, è il primo, con l’estrazione del 30% del prodotto mondiale. L’ex primo ministro, lo sceicco Hamad bin Jassim al Thani, invece, è stato più esplicito, l’Organizzazione dell’Opec ha perso il suo senso e non serve più i nostri interessi nazionali. L’utilizzo che ne viene fatto, spesso finisce per danneggiarci”.

Ritornando al Qatar  un maggiore sfruttamento delle risorse di gas naturale, scrive Il Messaggero, non potrà che avvicinarlo ulteriormente all’Iran, il paese con il quale divide una linea di confine sul North Field, il maggiore giacimento al mondo di Gas Naturale Liquefatto.

La scorsa settimana al G20 di Buenos Aires, Russia e Arabia Saudita hanno deciso di  limitare la produzione di petrolio. Strategia  avversata da Donald Trump, il quale chiede un ulteriore abbassamento dei prezzi per rilanciare i consumi e la crescita negli Usa. Per questo motivo il presidente degli Stati Uniti ha chiesto al suo ministero di Giustizia di indagare sulla possibilità di invalidare l’accordo dell’Opec, sulla base dello Sherman Act.

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