Giappone, Abe ha vinto le elezioni

Il premier Shinzo Abe ha vinto le elezioni.  Il Partito liberal-democratico di Abe (Ldp), che era favorito nei sondaggi, secondo gli exit poll diffusi dall’emittente pubblica Nhk otterrebbe fra 253 e 300 dei 465 deputati che compongono la Camera bassa, e avrebbe dunque la maggioranza assoluta (233 seggi); insieme all’attuale partner di governo Komeito, che otterrebbe fra 27 e 36 seggi, la coalizione guidata da Abe arriverebbe al controllo dei due terzi della Camera. Per i risultati definitivi bisognerà attendere le prime ore di lunedì. Le elezioni anticipate sono state convocate all’inizio del mese proprio dal primo ministro Abe, che ha giustificato la decisione con la necessità di rafforzare il suo governo per continuare ad applicare il suo programma economico, noto come ‘Abenomics’, e per gestire la minaccia della Corea del Nord. Abe ha appoggiato la posizione del presidente Usa Donald Trump, secondo cui con Pyongyang tutte le opzioni sono sul tavolo, compresa quella militare; e Trump è atteso in visita in Giappone dal 5 al 7 novembre. La vittoria potrebbe dargli mano libera per attuare il suo progetto di modifica della Costituzione pacifista redatta dopo la Seconda guerra mondiale: l’articolo 9 della Carta, se preso alla lettera, vieta di avere forze armate, ma i governi giapponesi lo hanno interpretato nel senso che l’esercito può avere solo funzioni difensive. Abe intende chiarire la funzione dell’esercito: secondo lui per codificare lo status quo, ma chi lo critica teme che l’obiettivo sia di ampliare il ruolo dell’esercito.

Protagonisti della giornata elettorale sono stati il forte tifone Lan, che si avvicina all’isola principale dell’arcipelago giapponese (cioè quella di Honshu in cui si trova la capitale Tokyo) e ha già portato forti piogge, e la bassa affluenza alle urne, in parte conseguente. A causa del tifone, che porta con sé rischio frane, sono state attivate raccomandazioni di evacuazioni per decine di migliaia di persone in diverse province. Alcuni seggi hanno ritardato l’apertura per il maltempo, mentre altri in zone montagnose hanno anticipato la chiusura. Gli elettori chiamati alle urne erano 106 milioni. Alle 18 ora locale (le 11 di stamattina in Italia) l’affluenza era al 29,99%, il 4,9% in meno rispetto al dato registrato alla stessa ora nelle elezioni del 2014, quando il numero di elettori era sceso al minimo storico del 52,6%. Secondo quanto riferisce l’agenzia meteorologica giapponese Jma il tifone, definito “estremamente grande e forte”, potrebbe toccare terra nella costa del Pacifico dell’isola di Honshu, cioè quella di Tokyo, nelle prime ore di lunedì. La mossa del voto anticipato è parsa un po’ rischiosa per Abe dopo che la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, il cui nome era spesso stato ventilato come possibile prima premier donna, ha lanciato la sua formazione, il conservatore Partito della speranza, con l’obiettivo di raccogliere gran parte dell’elettorato del Partito democratico, di centro-sinistra, all’opposizione.

Ma, nonostante l’iniziale entusiasmo per proposte come l’uscita dal nucleare, il successo è sembrato placarsi dopo che Koike ha annunciato che non si sarebbe presentata come candidata premier e non ha indicato chi il suo partito appoggerebbe come primo ministro. Secondo gli exit poll, il partito di Koike otterrebbe fra 38 e 59 seggi; il Partito costituzionale democratico del Giappone invece, nato dalla scissione dal Partito democratico e guidato da Yukio Edano, vincerebbe fra 44 e 67 seggi diventando la prima forza di opposizione.I sondaggi avevano previsto che la formazione conservatrice, che è al potere dal 1955 quasi ininterrottamente, sarebbe riuscita a eguagliare e persino ad aumentare la maggioranza che ottenne nel 2014, quando rinnovò la sua vittoria del 2012 dopo tre anni all’opposizione. Nelle ultime elezioni legislative il partito di Abe aveva ottenuto 291 seggi, mentre il suo socio di governo Komeito ne aveva 35, il che permetteva già all’attuale coalizione di governo di dominare due terzi della Camera.I 48.620 seggi delle 47 province sono rimasti aperti dalle 7 ora locale (mezzanotte scorsa in Italia) alle 20 (le 13 in Italia). Si tratta delle prime elezioni parlamentari in cui hanno potuto votare anche i cittadini di 18 e 19 anni: prima della riforma, invece, si poteva votare solo a partire dai 20 anni di età.

C’erano in totale 1.180 candidati di una quindicina di partiti, in corsa per aggiudicarsi i 465 seggi della Camera bassa del Parlamento, controllata negli ultimi cinque anni dal conservatore Partito liberale democratico (Ldp) di Abe e dal suo partner di governo Komeito, cioè il buddista ‘partito del governo pulito’. Gli elettori hanno espresso due voti: uno per un nome specifico, e in questo modo si scelgono 289 deputati; e l’altro per un partito, e con questo metodo si designano in modo proporzionale gli altri 176 rappresentanti.

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