Il suicidio del M5S

(di Massimiliano D’Elia) Sulla vicenda della Sea Watch il governo è compatto, granitico: “Non scende nessun migrante e non sale nessuno”.

In Europa non ci sono Paesi disposti ad accogliere una quota parte dei 47 migranti e  l’Olanda ha risposto ufficialmente che non ha alcun obbligo nonostante la Sea Watch batta bandiera olandese.

Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, invece, vuole che a salire a bordo siano le forze dell’ordine per valutare se ci siano “elementi per indagare sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

Lo stesso Salvini poi si rivolge ai giudici siciliani che vorrebbero procedere contro di lui, per sequestro di persona, in seguito alla vicenda della nave Diciotti: “Ci sarebbe un’evidente invasione di campo di qualche giudice di sinistra che vuole fare politica”.

I tre giudici del tribunale catanese sarebbero motivati da finalità politiche. Ma per fortuna, dice il ministro dell’Interno, “sceglierà il Senato sull’evidente invasione di campo”.

Proprio al Senato si giocherà la partita forse più difficile per la tenuta della maggioranza di governo, si registrano diversi malumori e fronde contrapposte.

Il premier Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sono certi nel negare l’autorizzazione mentre Alessandro Di Battista e molti senatori sono contrari.

Il più agguerrito tra  i grillini è Stefano Buffagni:Salvini ha detto che vuole essere processato. Crediamo sia la scelta giusta. Salvini vuole fare la Tav perché i suoi conti, e non quelli dei costi-benefici del ministro grillino Toninelli, dicono che l’opera conviene. Figuriamoci, risponde Buffagni che è l’uomo ombra di Di Maio: La Lega sui numeri non è affidabilissima vista la recente gestione dei soldi ( i 49 milioni di finanziamenti pubblici che la magistratura sta ancora cercando e che Salvini nega di avere nascosto. Sull’autonomia regionale, argomento molto caro al Veneto e Lombardia Buffagni: Non è solo prioritaria l’autonomia, prioritario è anche il conflitto di interessi

Insomma non tutto lineare e pacifico al Senato. Scorrendo i social, l’eventuale appoggio grillino alla richiesta del Tribunale dei ministri di Catania, potrebbe avere riflessi inaspettati ma prevedibili. Quasi tutti i sostenitori della Lega “sui social naturalmente”, promettono di scendere in piazza laddove venisse indagato il loro “Capitano”.

Una cosa è certa, il tradimento grillino al Senato darebbe ancora punti percentuali positivi alla Lega di Matteo Salvini, che come Berlusconi negli anni d’oro verrebbe visto come una vittima del sistema. Toccare, oggi Salvini, vorrebbe dire fargli raggiungere quote esorbitanti di consenso, in pratica un suicidio politico “prevedibile” per gli avversari ed alleati.

 

Il suicidio del M5S