Francia vuole fare shopping in Italia

Cristina Carlini su Adnkronos riassume tutte le partite aperte con la Francia e quelle già chiuse. A quanto pare la Francia sta facendo “shopping” in Italia. Di mira i gioielli del Bel Paese.

Non fanno in tempo a calmarsi, almeno apparentemente, le acque per un dossier che subito un altro finisce nell’occhio del ciclone: non c’è pace tra Italia e Francia nelle grandi partite economiche e industriali. La storia sembra destinata a non smentirsi mai: dalle navi ai telefoni, passando per cibi e occhiali, soltanto per citare le battaglie più recenti. E’ di poche settimane fa la pace tra Leonardo Del Vecchio e Hubert Sagnières per la governance di EssilorLuxottica ma, ecco, che nel frattempo cominciano le fibrillazioni per l’assalto francese al parmigiano reggiano con le mire, andate poi a buon fine, di Lactalis sulla Nuova Castelli. Solo scintille, comunque, rispetto alle vicende delle ultime ore che hanno visto sfumare, almeno per ora, il matrimonio da oltre 30 miliardi tra Fca e Renault, con la discesa in campo del Governo transalpino. Il quale, al momento della stretta, ha levato gli scudi ponendo condizioni a garanzia degli interessi francesi. Ne sa qualcosa Fincantieri che, dopo una lunga marcia di avvicinamento ai cantieri di Saint Nazaire e quando ormai il traguardo per arrivare alla maggioranza di Stx era a un passo, ha dovuto fare i conti con l’inversione di rotta decisa con l’arrivo di Emmanuel Macron all’Eliseo. Con una raffinata operazione di ‘ingegneria’ finanziaria di matrice francese, si è approdati a una governance di Stx che conferisce a Fincantieri il 50% più l’1% in affitto per 12 anni. Parallelamente alla partita civile, si è poi aperta quella militare con l’intento dei Governi italiano e francese di creare l’Airbus dei mari, unendo le forze tra Fincantieri e Naval Group. Per Stx, sembrava una navigazione tranquilla in attesa del via libera delle autorità Antitrust francese e tedesca per sottoscrivere il closing. Ma così non è stato. La doccia fredda è arrivata lo scorso gennaio con la decisione della Commissione Ue di approvare la richiesta di Francia e Germania di esaminare la proposta di acquisizione di Chantiers de l’Atlantique. Ora, la fase di prenotifica da parte del gruppo guidato da Giuseppe Bono è stata conclusa e Bruxelles sta esaminando la documentazione sottoposta. La partita militare sembrerebbe, invece, avviata in questi giorni per la formalizzazione dell’accordo. Nei mesi scorsi, è stato meno ‘caldo’ è il fronte delle telefonia con la controffensiva sferrata dal socio francese Vivendi per il controllo di Tim, con la tregua sancita poi dall’assemblea di fine marzo. La partita Italia-Francia si gioca nel settore delle infrastrutture con il nodo Tav ancora da sciogliere. Dalle ferrovie ai cieli, c’è poi il matrimonio avversato tra Air France e Alitalia. Lo shopping francese in Italia è, comunque, quanto mai attivo e ha aperto ferite, che fanno fatica a rimarginarsi. Un esempio ne è l’agroalimentare. Con l’acquisto della Nuova Castelli, Lactalis estende la sua presenza in Italia dopo aver comperato Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani e Cademartori. Non solo. Risuona l’accento francese in banche come Bnl e Cariparma, e quote in Mediobanca) e, nel settore dell’energia in Edison. Per non parlare del lusso con le griffe più blasonate Gucci, Brioni, Pomellato e Bottega Veneta, Emilio Pucci, Bulgari, Fendi, Loro Piana.

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