(di Marco Zaccchera) È inutile spendere parole per la pochezza dei cinque parlamentari che avrebbero chiesto il “bonus” Covid perché hanno dimostrato tutti i loro limiti personali, ma forse qualcuno dovrebbe anche riflettere sul fatto che era (è) una norma scritta con i piedi, votata nella confusione, approvata a colpi di voti di fiducia.
Qualcuno però dovrebbe anche spiegarmi che differenza ci sia se a chiedere il bonus sia un parlamentare o un boss, un milionario o un nullafacente che comunque non lavorava prima del Covid, ma aveva una partita iva. Forse non sono stati furbetti anche loro? Non capisco poi perché prendersela con circa 5.000 amministratori locali che ne hanno fatto richiesta: qualcuno ha idea di che miseria guadagni un sindaco o della sostanziale gratuita di chi fa il consigliere comunale? Se ne avevano titolo perché mai non avrebbero dovuto chiedere il contributo?
La demagogia è facile, ma in tutti i sensi… Piuttosto entriamo nel merito: un paese si salva se anche il decreto “Agosto” è una ennesima pioggia di bonus per cercare elettoralmente di accontentare un po’ tutti senza però interventi di fondo, come l’Italia aveva invece promesso in Europa solo 15 giorni fa? Ma come fanno poi a crederci seri se ogni volta ci comportiamo così??