Erdogan, l’Europa deve rimuovere gli ostacoli e far entrare la Turchia nella Ue

“L’Unione europea ci faccia entrare”. Sono queste le parole pronunciate dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Il presidente Erdogan, atteso oggi in Italia, in un intervista alla Stampa,ha detto “Ci aspettiamo che l’Ue rimuova il più presto possibile ogni ostacolo artificiale alla nostra adesione, assumendo un approccio costruttivo. L’adesione della Turchia non può essere sacrificata a calcoli di politica interna”’. Il presidente sottolinea che “La Turchia ha ottemperato ai suoi obblighi di Stato-candidato ma non possiamo continuare questo processo da soli. Anche l’Ue deve fare la sua parte, a cominciare dal mantenere le promesse fatte”’. Secondo il presidente ”L’Ue blocca l’accesso al negoziato e lascia intendere che la carenza di progressi dipende da noi. È ingiusto. Come lo è che alcuni Paesi Ue avanzino per noi opzioni diverse dall’adesione”’. Anche perché la Turchia desidera ”la piena adesione all’Ue. Altre opzioni non ci soddisfano”.

Quanto alla sua visita in Italia e agli incontri previsti con il Papa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Paolo Gentiloni. Erdogan sottolinea che al primo punto deli colloqui con il Pontefice vi sarà “Lo status di Gerusalemme. Dopo la dichiarazione di Trump, contraria alla legge internazionale, ci siamo parlati. Voglio ringraziarlo per quella nostra telefonata su Gerusalemme, in seguito alla quale Papa Francesco non ha perso tempo e ha diffuso a tutto il mondo cristiano un giusto messaggio”’. “Perché Gerusalemme non è una questione solo dei musulmani. Entrambi siamo per la difesa dello status quo e abbiamo la volontà di tutelarlo. Nessuna nazione ha il diritto di adottare passi unilaterali e ignorare la legge internazionale su una questione che interessa a miliardi di persone”’. Di conseguenza ‘”lo status della città deve essere preservato, sulla base delle risoluzioni Onu, assicurando a musulmani, cristiani ed ebrei di vivere in pace, fianco a fianco. La comunità internazionale deve assumersi la responsabilità di assicurare la pace a Gerusalemme”.

Il presidente Erdogan riferendosi alle relazioni bilaterali con il nostro Paese ha dichiarato che “dobbiamo migliorarle. Avevamo fatto un accordo importantissimo, ad esempio, per gli elicotteri Attack Agusta Westlan e vogliamo sviluppare ancora quel genere di cooperazione”.

Previsto anche un gli imprenditori e si augura che l’incontro sia proficuo. L’Italia è il nostro terzo partner commerciale ma il potenziale è maggiore. Siete undicesimi per numero di aziende presenti – circa 1400 – e vogliamo aumentarle”.

Parlando di Libia, Erdogan ricorda poi che “Italia e Turchia hanno rilanciato le attività delle loro ambasciate a Tripoli. Più la presenza dei nostri due Paesi aumenterà in Libia più ci saranno opportunità di cooperazione. Il gruppo di lavoro congiunto, in fase di definizione, sulla Libia presto sarà operativo”. Mentre riferendosi alle possibili proteste in occasione della sia visita a Roma da parte di chi accusa la Turchia di violare diritti umani dice: “Non mi rivolgo a chi sostiene il terrorismo ma a chi lo combatte. Con i terroristi mi comporto come ad Afrin, lo faccio perché loro capiscono solo quella lingua, e continuerò a farlo. Che lingua parlava l’Italia con i terroristi? La Francia, la Gran Bretagna, l’America, la Russia, che lingua parlano con i terroristi? Ecco, anche io parlo quella lingua”.

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