Gli 007 denunciano la Procura di Roma: scoppia la polemica su un documento riservato

La Procura di Roma è al centro di un acceso scontro con il Dipartimento informazioni per la sicurezza (Dis), che ha presentato un esposto alla Procura di Perugia per la diffusione di una nota riservata dei servizi segreti. Il documento, che conteneva dettagli sensibili su accessi a banche dati riguardanti Gaetano Caputi, capo di gabinetto del premier Giorgia Meloni, è stato reso pubblico dal quotidiano Domani.

L’esposto del Dis non ipotizza reati, ma solleva dubbi sulla condotta della Procura di Roma, che avrebbe dovuto garantire la riservatezza dell’atto. Secondo gli esperti, la Procura potrebbe aver violato l’articolo 42 comma 8 della legge 124 del 2007, che impone la tutela della segretezza delle informazioni trasmesse dai servizi.

La vicenda ha origine da una denuncia presentata dallo stesso Caputi contro alcuni giornalisti di Domani, colpevoli di aver pubblicato articoli sui suoi affari personali. La Procura di Roma aveva quindi richiesto informazioni al Dis sugli accessi effettuati alle banche dati fiscali con user-id intestate ai servizi segreti. La risposta dell’ex direttrice Elisabetta Belloni, inviata in busta chiusa e classificata come “riservata”, rivelava che tre agenti dell’Aisi avevano consultato le informazioni di Caputi tra gennaio e settembre 2023.

Due di questi accessi erano giustificati da attività di intelligence in corso, legate alla protezione di interessi nazionali, mentre il terzo, della durata di 57 minuti, non ha trovato una spiegazione operativa chiara. Quest’ultimo era stato eseguito da un funzionario ex poliziotto.

L’errore clamoroso si è verificato quando l’atto riservato è stato incluso nel fascicolo messo a disposizione dei giornalisti, senza adottare le dovute cautele per proteggere la sua riservatezza. Ora spetta alla Procura di Perugia accertare eventuali responsabilità, verificando se la fuga di informazioni sia stata causata da un errore del procuratore Lo Voi, del pm Maurizio Arcuri o della cancelleria.

Intanto, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) sta monitorando la situazione. Martedì il sottosegretario con delega ai servizi, Alfredo Mantovano, ha confermato che due delle tre ricerche sugli archivi fiscali di Caputi erano lecite e non richiedevano autorizzazione governativa. Il Copasir ha in programma audizioni con il direttore dell’Aise, Giovanni Caravelli, e con il procuratore Lo Voi.

Parallelamente, la questione sta creando tensioni all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm). I laici del centrodestra stanno valutando l’apertura di una pratica per incompatibilità ambientale nei confronti di Lo Voi. Inoltre, una seconda richiesta riguarda la comunicazione con cui la Procura di Roma ha notificato l’iscrizione nel registro degli indagati di Giorgia Meloni e altri esponenti del governo.

Sul fronte opposto, il consigliere togato Andrea Mirenda è stato l’unico a chiedere l’apertura di una pratica a tutela del procuratore Lo Voi, ritenendo inaccettabili le critiche pubbliche rivoltegli dal premier. Tuttavia, la sua iniziativa non ha trovato il sostegno di altri membri del Csm, inclusi quelli di Magistratura Indipendente e delle correnti progressiste.

Mentre la tensione tra i poteri dello Stato cresce, resta da vedere se il Csm deciderà di prendere posizione a difesa di Lo Voi o se il procuratore resterà isolato in questa controversia che coinvolge magistratura, governo e servizi segreti.

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