Guerra in Ucraina, spiragli di tregua, ma il Cremlino resta un’incognita

di Antonio Adriano Giancane

Dopo oltre 1.100 giorni di conflitto, il fronte ucraino potrebbe conoscere una pausa temporanea. Kiev ha accettato una proposta di cessate il fuoco di 30 giorni, sostenuta dagli Stati Uniti, con l’obiettivo di favorire un’apertura diplomatica più ampia. Tuttavia, la posizione della Russia rimane incerta. Mosca ha ribadito che un cessate il fuoco dovrebbe rientrare in un’intesa politica più ampia e Washington attende una risposta definitiva.

Se il Cremlino rifiuterà la proposta, sapremo qual è l’ostacolo alla pace“, ha dichiarato il segretario di Stato americano Marco Rubio, mettendo la palla nel campo di Mosca. Dal canto suo, il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov ha definito la proposta una “tregua temporanea” utile solo a dare respiro alle forze armate ucraine. “Nessuno ha bisogno di passi che si limitino a simulare la pace“, ha aggiunto in un’intervista televisiva.

Nonostante la possibilità di una tregua, il conflitto sul campo non mostra segnali di rallentamento. L’esercito russo ha intensificato le operazioni nella regione di Kursk, riuscendo a respingere le forze ucraine da aree precedentemente occupate. A Sudzha, un punto strategico della regione, le truppe di Mosca hanno ottenuto avanzamenti significativi. Fonti locali e il gruppo di monitoraggio DeepState confermano una ridefinizione della linea del fronte, con un’iniziativa sempre più nelle mani dell’esercito russo.

Questa evoluzione sul terreno potrebbe complicare le trattative diplomatiche, escludendo dai negoziati i territori russi temporaneamente occupati dall’Ucraina. Il nodo delle trattative, infatti, resta irrisolto: Kiev chiede il ripristino della sua integrità territoriale, mentre Mosca pretende il ritiro delle forze ucraine dalle quattro regioni annesse unilateralmente. Un possibile compromesso potrebbe prevedere un controllo de facto russo su alcuni territori, senza un riconoscimento giuridico ufficiale, ma restano aperte questioni cruciali come le garanzie di sicurezza.

Mentre l’Europa appare defilata, gli Stati Uniti giocano un ruolo chiave nelle trattative. Il presidente americano Donald Trump ha confermato la volontà di negoziare con la Russia, pur mantenendo un approccio prudente: “Speriamo di poter ottenere un cessate il fuoco dalla Russia. Ho ricevuto alcuni messaggi positivi, ma un messaggio positivo non significa nulla”.

Il Cremlino, dal canto suo, ha chiesto dettagli più precisi sull’accordo e il portavoce Dmitry Peskov ha lasciato intendere che una telefonata tra Trump e Putin potrebbe avvenire rapidamente, anche se la Casa Bianca non ne ha ancora fatto richiesta. Nel frattempo, il presidente americano ha inviato emissari a Mosca per riferire sugli sviluppi delle trattative bilaterali. “Posso fare cose devastanti per la Russia dal punto di vista finanziario, ma non intendo farlo perché voglio la pace“, ha dichiarato Trump, senza escludere misure più incisive in caso di mancata collaborazione russa.

Il futuro della tregua dipenderà dalle mosse di Mosca. Se Putin accetterà il cessate il fuoco, potrebbe aprirsi uno spiraglio per una soluzione diplomatica duratura. In caso contrario, il rischio è che questa pausa si trasformi in un semplice intermezzo prima di una nuova escalation militare.

Con Washington pronta a rafforzare le sanzioni e l’arsenale ucraino e con Mosca che avanza sul campo, la situazione resta in bilico. L’attenzione internazionale è alta: la guerra in Ucraina è a un bivio, tra la speranza di un negoziato e la prospettiva di un conflitto ancora lungo e sanguinoso.

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