I colloqui di Riad, una maratona diplomatica verso una difficile pace

di Antonio Adriano Giancane

I negoziati tra Stati Uniti, Ucraina e Russia continuano a svolgersi a Riad, Arabia Saudita, alimentando speranze e tensioni in un contesto di conflitto che sembra non trovare fine. Dopo oltre 12 ore di discussioni intense tra russi e americani, i dettagli sui progressi sono ancora scarsi, ma le parti coinvolte sono impegnate in un delicato gioco di diplomazia per evitare un ulteriore allargamento della guerra in Ucraina.

Uno degli argomenti principali sui tavoli dei negoziati riguarda la sicurezza marittima nel Mar Nero, un punto cruciale per le esportazioni ucraine di grano, che la Russia ha interrotto unilateralmente lo scorso anno. La Casa Bianca ha cercato di ottenere una promessa russa di cessate il fuoco, almeno per quanto riguarda le infrastrutture marittime, mentre Mosca ha enfatizzato la necessità di rinnovare l’accordo sul grano, una proposta che sembra guadagnare terreno. La Russia, infatti, ha continuato a bombardare i porti ucraini, nonostante le difficoltà logistiche, costringendo le compagnie di navigazione a fare affidamento su corridoi sempre più stretti, spesso attraversando acque territoriali NATO.

Nonostante l’ottimismo di alcuni diplomatici, tra cui il senatore russo Grigory Karasin, che ha definito i colloqui “creativi e utili“, la segretezza che circonda gli incontri ha ridotto al minimo le informazioni condivise con il pubblico. Mosca, infatti, ha ribadito che non ci si deve aspettare una svolta immediata e ha escluso la firma di un accordo formale al momento. Da parte sua, la portavoce del Cremlino, Maria Zakharova, ha sottolineato che nonostante i progressi, molti aspetti del possibile cessate il fuoco sono ancora da definire.

I rappresentanti americani, dal canto loro, confermano che la situazione è più tesa che mai. Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, ci si aspetta che, nei prossimi giorni, le delegazioni coinvolte possano annunciare “un positivo passo avanti” nelle trattative, senza tuttavia scendere nei dettagli. I colloqui, che si sono svolti a tratti in modo intermittente, sono stati descritti come impegnativi ma produttivi.

Nonostante le difficoltà nel raggiungere un accordo definitivo, entrambi i lati continuano a discutere la possibilità di un cessate il fuoco temporaneo di 30 giorni, sostenuto dagli Stati Uniti. Gli ucraini, pur inizialmente riluttanti, sembrano aver accettato il piano, pur con qualche riserva. La principale preoccupazione riguarda la protezione delle infrastrutture critiche ucraine, tra cui i porti, che rimangono vulnerabili a nuovi attacchi. In parallelo, i negoziatori russi stanno chiedendo garanzie sulla rimozione delle sanzioni che gravano sulle esportazioni russe, mentre l’Ucraina continua a insistere sul ritiro delle truppe russe dai territori occupati.

Se da un lato ci sono segnali di progresso, dall’altro i combattimenti sul terreno non si fermano. I raid russi continuano a mietere vittime: a Sumy, ad esempio, sono stati feriti 99 civili, tra cui 23 bambini, in uno degli attacchi più gravi degli ultimi giorni. Allo stesso tempo, i droni ucraini hanno colpito la regione russa di Belgorod, uccidendo 2 persone. La violenza sul campo sembra non lasciare spazio a ottimismi immediati, nonostante gli sforzi diplomatici.

Mentre i negoziati proseguono a Riad, la comunità internazionale segue con grande attenzione, sperando che le discussioni possano tradursi in azioni concrete. Tuttavia, è chiaro che i colloqui, intrapresi in un clima di incertezze e tensioni, richiederanno un lungo periodo per portare a risultati significativi. Il cammino verso un cessate il fuoco duraturo è ancora costellato da ostacoli, ma la speranza di una risoluzione pacifica non viene meno. Il presidente ucraino Zelensky ha definito i colloqui “molto tecnici e costruttivi”, sottolineando la necessità di un impegno più forte da parte della comunità internazionale per fare pressione sulla Russia, affinché accetti un cessate il fuoco globale. “Chi ha iniziato questa guerra deve anche porvi fine”, ha affermato, dopo aver definito gli incontri “positivi e costruttivi”. Ottimismo e prudenza sono stati anche espressi da Serhii Leshchenko, consigliere di Zelensky, che ha ricordato: “Le negoziazioni non si risolvono in un giorno“, suggerendo che il cammino verso la pace potrebbe estendersi per anni, come è accaduto in altri conflitti internazionali.

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