Il recente cambio al vertice di Roskosmos, l’agenzia spaziale russa, segna un momento decisivo nella corsa della Russia per riaffermarsi come potenza spaziale autonoma. Dopo due anni e mezzo di leadership, Yuri Borisov è stato sostituito da Dmitry Bakanov, un esperto con un forte legame con i settori delle comunicazioni satellitari e dei trasporti. Questo avvicendamento avviene mentre la Russia si prepara ad affrontare una sfida cruciale: la costruzione di una propria stazione spaziale, in vista della sua uscita dall’attuale programma della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) entro il 2028. Con progetti ambiziosi come la stazione ROSS e l’introduzione del razzo Angara A5, Mosca intende non solo ridurre la dipendenza da partner internazionali, ma anche riaffermare il suo ruolo di leader nell’esplorazione spaziale, nonostante le sfide geopolitiche e le tensioni internazionali.

Il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di separarsi da Yuri Borisov, il quale ha ricoperto il ruolo di capo dell’agenzia spaziale nazionale Roskosmos per due anni e mezzo. A sostituirlo è Dmitry Bakanov, un nome che già riecheggia nell’ambiente spaziale russo, grazie alla sua esperienza come viceministro dei trasporti e alla sua guida del sistema di comunicazioni satellitari Gonets, un progetto supportato dallo Stato. Il cambio al vertice di Roskosmos arriva in un momento cruciale per il programma spaziale della Russia, con progetti ambiziosi che mirano a ridurre la dipendenza da partner internazionali e a proiettare il paese verso una nuova era spaziale, in parte distaccata dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Dmitry Bakanov, 39 anni, si trova ora alla guida di Roskosmos con un importante mandato: continuare lo sviluppo dei progetti spaziali russi, tra cui la costruzione di una nuova stazione spaziale. Questo progetto è di fondamentale importanza, in quanto la Russia ha annunciato che si ritirerà dalla ISS nel 2028. La sua nomina è stata accolta con entusiasmo dal Ministero dei Trasporti russo, che ha lodato il suo “efficace servizio” e il suo contributo alla digitalizzazione nel settore dei trasporti. Ora, toccherà a lui affrontare una delle sfide più complesse della storia spaziale russa: la costruzione di una nuova stazione orbitante.

Nel contesto di un crescente isolamento internazionale, la Russia ha deciso di non fermarsi. Durante la “Giornata della Cosmonautica” del 2023, Putin ha annunciato la costruzione della nuova stazione spaziale russa, un progetto che vedrà il lancio del primo modulo nel 2027. La stazione, chiamata ROSS, avrà una forma che ricorda la lettera “X” dell’alfabeto e si posizionerà a circa 400 chilometri dalla superficie terrestre, nell’orbita polare eliosincrona, permettendo l’osservazione continua della Terra e della Rotta del Mare del Nord, un’area di grande interesse strategico. La stazione dovrà essere operativa entro il 2030, con l’attracco di quattro moduli principali, ma alcuni dei moduli “speciali” potrebbero arrivare addirittura nel 2033.
ROSS si differenzierà dalla ISS per la sua progettazione orientata a ridurre i costi operativi. Tra le novità, si prevede che la stazione possa funzionare anche senza equipaggio a bordo, limitando l’invio di cosmonauti solo per esperimenti o situazioni di emergenza. Questo potrebbe abbattere significativamente i costi, un aspetto essenziale dato l’alto costo delle missioni spaziali.

Il successo della costruzione della ROSS dipenderà in larga misura dal nuovo razzo russo Angara A5, attualmente in fase di sviluppo. Questo razzo, progettato per carichi pesanti, rappresenta una pietra miliare nella strategia russa per ridurre la dipendenza dal cosmodromo di Bajkonur, che è ormai sotto la giurisdizione del Kazakistan. L’Angara A5, con capacità simili a quelle del Proton, sarà in grado di trasportare carichi fino a 25.500 kg in orbita bassa. La sua versatilità e l’utilizzo di tecnologie consolidate promettono di rendere questo razzo un elemento chiave per il futuro delle missioni spaziali russe.
Il programma spaziale russo prevede anche l’impiego dell’Intelligenza Artificiale (IA) per progettare e costruire la nuova stazione. Sebbene non siano ancora chiari i dettagli su come l’IA sarà utilizzata, è evidente che Mosca sta cercando di sfruttare tutte le risorse tecnologiche a sua disposizione per ottimizzare i costi e i tempi di realizzazione.
La Russia sta anche esplorando nuove alleanze internazionali per ROSS, puntando su paesi come Brasile, India, Cina e Sudafrica. La cooperazione con queste nazioni potrebbe essere un tentativo di aggirare le difficoltà diplomatiche con l’Occidente, in particolare dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. Sebbene la Russia abbia abbandonato la collaborazione con la ISS dal 2024, l’intenzione di sviluppare una propria stazione spaziale sembra confermare la volontà di Mosca di continuare a essere un attore di primo piano nell’esplorazione spaziale, pur mantenendo un approccio più autonomo.
Il futuro della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) rimane incerto, ma il programma di Roskosmos è chiaro: la Russia intende uscire dal progetto internazionale entro il 2028, concentrandosi su proprie iniziative. Mentre la ISS è destinata a essere deorbitata entro il 2030, la Russia sta mettendo in atto strategie per garantirsi una posizione di rilievo anche nell’era post-ISS.
Il programma ROSS, se completato con successo, rappresenterà una nuova era per il settore spaziale russo, che dovrà affrontare sfide enormi, ma potrebbe anche diventare un punto di riferimento per il futuro dell’esplorazione spaziale. Un’impresa che, per quanto ambiziosa, rispecchia la determinazione della Russia nel voler mantenere la sua leadership nello spazio, malgrado le difficoltà geopolitiche e le incertezze economiche globali.
L’ingresso di Dmitry Bakanov alla guida di Roskosmos segna un nuovo capitolo per il programma spaziale russo. Con progetti come la nuova stazione spaziale ROSS e il razzo Angara A5, la Russia sta cercando di costruire una rete di capacità spaziale autonoma e innovativa. In un periodo di crescente isolamento geopolitico, l’agenzia spaziale russa sembra intenzionata a puntare su alleanze strategiche con paesi emergenti e sull’utilizzo delle tecnologie più avanzate, come l’Intelligenza Artificiale, per realizzare i propri ambiziosi obiettivi. La costruzione della nuova stazione spaziale rappresenterà una sfida tecnica e politica di grande portata, ma potrebbe anche aprire nuove opportunità per la Russia nello spazio.
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