Il drammatico caso del rapimento della piccola Sofia dall’ospedale di Cosenza ha scosso profondamente la comunità locale e l’intero Paese. La vicenda ha avuto inizio con un piano elaborato da Rosa Vespa, 51 anni, architetto, e il suo compagno Acqua Moses, 43 anni, mediatore culturale di origine senegalese. Spinti dall’ossessione di avere un figlio, i due hanno orchestrato un rapimento che si è concluso con il loro arresto e il lieto fine del ritorno della neonata ai suoi veri genitori.
Secondo le indagini preliminari, Rosa Vespa aveva simulato una gravidanza per diversi mesi, convincendo amici e parenti della veridicità della sua condizione. La donna aveva persino raccontato di essersi ricoverata nella clinica Sacro Cuore di Cosenza per il parto, sostenendo che, a causa di complicazioni e delle restrizioni legate al Covid, il bambino doveva rimanere in ospedale. Nel frattempo, Rosa aveva pianificato il rapimento di un neonato per dare corpo alla sua menzogna.
Il giorno del rapimento, Rosa si è recata nella clinica vestita come un’infermiera, con una maglietta celeste e una mascherina. Presentandosi come membro del personale sanitario, ha convinto la nonna della piccola Sofia a consegnarle la neonata con il pretesto di una visita pediatrica. Successivamente, la donna è fuggita insieme con il compagno.
La coppia è stata fermata poco dopo nella loro abitazione a Castrolibero, dove si stavano preparando a festeggiare il presunto arrivo del loro figlio, Ansel. Fiocchi celesti adornavano il balcone di casa, e Rosa stava già cambiando la tutina della piccola Sofia con un completo azzurro. Grazie all’intervento tempestivo della squadra mobile di Cosenza, guidata da Gabriele Presti, la neonata è stata restituita sana e salva ai suoi genitori.
Le indagini proseguono per chiarire ulteriormente il ruolo del compagno di Rosa Vespa e per determinare eventuali complicità. Nel frattempo, la comunità esprime sollievo per il lieto fine di una vicenda che avrebbe potuto avere conseguenze ben più drammatiche. La polizia continua a esaminare i dettagli del piano criminale, inclusi i post sui social media di Rosa e i numerosi sopralluoghi effettuati nella clinica prima del rapimento.
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