Italia e Mafia: “Poi ci indigniamo quando dall’estero …”

(di Massimiliano D’Elia) L’altro giorno ci siamo indignati dei contenuti dell’articolo di un noto giornale tedesco Die Welt che titolava: “La mafia aspetta i soldi che l’Italia chiede all’Ue”.

Il disappunto bipartisan verso il giornale tedesco ha contraddistinto la risposta “corale” dei politici italiani. Oggi, Lorenzo Tondo sul giornale inglese “The Guardian” , in un suo editoriale, ha parlato di possibili infiltrazioni mafiose nella vita dei cittadini normali. Ha affermato, secondo le notizie apparse sui giornali italiani, che il  crimine organizzato starebbe offrendo  sostegno alla popolazione con le consegne di pacchi alimentari a domicilio. Nel nostro Paese siamo abituati a rendere  pubblica ogni vicenda per amore della democrazia, anche se, in alcuni casi, sarebbe meglio tacere ed agire con maggiore incisività per contrastare un fenomeno che ci scredita e che fornisce  un’occasione ghiotta alla stampa oltre confine per sostenere e rafforzare le proprie tesi sulla mafia in Italia.

Non a caso ieri il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Festa della Polizia ha detto, riferendosi agli agenti, loro “contrastano gli illeciti interessi della criminalità organizzata che attentano alla libertà d’impresa e alla legalità delle attività economiche”.

Il Sole 24Ore ha riportato oggi la notizia che  il Dipartimento della Polizia di Stato ha avviato una cabina di regia interforze per monitorare il rischio di infiltrazione mafiosa nelle filiere attive, quali l’agroalimentare, il farmaceutico-sanitario, la logistica, ma anche i servizi funebri, le imprese di pulizia, lo smaltimento di rifiuti. “Settori, ha precisato il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, dove non è richiesto un livello particolarmente elevato di specializzazione e i gruppi criminali possono offrire servizi a prezzi sicuramente concorrenziali perché le società da loro controllate non rispettano le prescrizioni. È urgente, precisa Gabrielli. disinnescare la miccia della crisi sociale e far arrivare gli aiuti stanziati normative in materia ambientale, previdenziale e di sicurezza sul lavoro”.

La polizia, scrive il Sole 24 Ore  ha, quindi, intensificato il monitoraggio dei social perché ha notato che stanno proliferando  gruppi che propugnano il rifiuto delle regole e gli espropri proletari. Ci sono già state diverse denunce e molti profili sono stati chiusi. Ma tanti altri riaprono. Si dice che siano ispirati da ambienti antagonisti, ma anche assimilabili agli ex forconi.

Il fenomeno è stato ripreso per intero da Lorenzo Tondo sul “The Guardian”. Tondo ha dettagliato che la mafia sta distribuendo cibo gratuito alle famiglie povere che hanno esaurito i contanti. A testimoniare il fenomeno, precisa Tondo,  alcuni  video di noti mafiosi che consegnano beni essenziali agli italiani residenti nelle regioni meridionali, Campania, Calabria, Sicilia e Puglia.

Per oltre un mese, negozi, caffè, ristoranti e pub sono rimasti chiusi“, ha detto il procuratore antimafia e procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri.  Milioni di persone che lavorano in “nero” non hanno ricevuto alcun reddito da più di un mese. Anche se il Governo sta distribuendo buoni pasto tramite i Comuni, il denaro alle famiglie non basta.

Le conseguenze del  blocco delle attività in Italia stanno colpendo circa 3,3 milioni di persone di cui oltre un milione vive nel sud, specifica la CGIA di Mestre.

Tondo scrive ance che, secondo fonti del Viminale, nei giorni scorsi la polizia di Napoli ha intensificato la sua presenza nei quartieri più poveri della città, dove uomini legati alla camorra hanno organizzato la consegna a domicilio di pacchi alimentari.

I magistrati campani hanno anche avviato un’indagine a carico di  un gruppo di persone che distribuivano cibo ai residenti locali. A Palermo, secondo La Repubblica, il fratello di un capo di Cosa Nostra avrebbe distribuito cibo alle famiglie povere nel quartiere popolare Zen. Tondo poi cita il professore di criminologia dell’Università di Oxford che sostiene:”Le mafie non sono solo organizzazioni criminali.Sono organizzazioni che aspirano a governare territori e mercati. Gli analisti spesso si concentrano sull’aspetto finanziario delle mafie ma tendono a trascurare la loro forza primaria che deriva dall’avere una forte base locale da dove operano.

La questione della distribuzione dei pacchi alimentari è una tattica antica quanto la mafia stessa, dove nel sud dell’Italia i capi si sono sempre presentati come benefattori e mediatori locali, inizialmente senza chiedere nulla in cambio.

I capi della mafia considerano le loro città come il loro feudo“, ha precisato Gratteri. “I capi sanno benissimo che per governare hanno bisogno di prendersi cura delle persone sul loro territorio. E lo fanno sfruttando la situazione a loro vantaggio. Agli occhi della gente, un capo che bussa alla porta offrendo cibo gratis è un eroe. E il capo sa di poter contare sul sostegno di queste famiglie, quando ci sarà bisogno”.  Tondo, al riguardo, stigmatizza: “ad esempio verrà chiesto aiuto quando occorrerà sostenere un politico alle elezioni”.

Tondo poi precisa che dozzine di indagini nel sud Italia hanno portato all’arresto di politici che avevano ricevuto aiuti dalla mafia.

Le attività di beneficenza delle mafie non sono regali“, afferma il professore Varese. “La mafia non fa nulla per caso. Sono favori che tutti dovranno ripagare in una forma o nell’altra, aiutando e favorendo un fuggitivo, tenendo in mano una pistola, commerciando droga e altro“.

CILIEGINA SULLA TORTA. L’ideologo del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo nel lontano 2014, invitava gli europarlamentari stranieri a non favorire linee di credito per l’Italia, per via della Mafia.

 

Italia e Mafia: “Poi ci indigniamo quando dall’estero …”