Il Generale Portolano annuncia l’obiettivo di dotare il Paese del sistema antimissile israeliano per rafforzare la sicurezza nazionale e il fianco sud della NATO
L’Italia guarda all’Iron Dome per una difesa più efficace contro le minacce aeree
L’Italia si prepara a rafforzare la propria difesa aerea con l’acquisizione dell’Iron Dome, il sistema antimissile israeliano noto per la sua efficacia nel neutralizzare razzi e colpi di mortaio a corto raggio. Il Generale Luciano Portolano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha dichiarato durante un’audizione alla Commissione Difesa della Camera che dotarsi di un sistema come l’Iron Dome è una delle priorità principali per il Paese.
“La dotazione da parte dell’Italia di un sistema come l’Iron Dome è uno degli obiettivi che ci stiamo prefiggendo”, ha affermato Portolano. “È una delle priorità che il Ministro Crosetto ha voluto porre”.
Il Generale ha sottolineato la necessità di sviluppare capacità di difesa e deterrenza, evidenziando la preoccupazione per il fianco est della NATO e la crescente minaccia rappresentata dalla Russia. “La Russia cresce militarmente a ritmo più rapido del previsto”, ha osservato Portolano, aggiungendo che è fondamentale istituire la figura di un comandante unico europeo come referente a livello politico.
Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha precedentemente dichiarato che “la difesa da possibili attacchi via missilistica è una priorità per chiunque si debba occupare della sicurezza e della difesa di una nazione”.
L’adozione dell’Iron Dome rappresenterebbe un passo significativo per l’Italia nel rafforzare la propria capacità di difesa aerea, soprattutto considerando le attuali minacce globali e regionali.
L’Iron Dome, o “Cupola di Ferro”, è un sistema di difesa aerea sviluppato da Israele e operativo dal 2011. Progettato per intercettare e distruggere razzi e colpi di mortaio a corto raggio, è composto da tre componenti principali: un radar per il rilevamento delle minacce, un centro di controllo che calcola la traiettoria dei proiettili in arrivo e decide se rappresentano una minaccia, e una batteria di lancio che spara missili intercettori per neutralizzare i bersagli.
Quando un razzo viene lanciato e si dirige verso il bersaglio, il sistema radar lo rileva a una distanza variabile fra i 3 e i 72 chilometri e, immediatamente, calcola la sua traiettoria. Se il razzo non rappresenta una minaccia, il centro di controllo ed elaborazione dati dà il via libera affinché si schianti al suolo, preservando così i missili delle unità di fuoco. Il sistema ha dimostrato un’elevata efficacia, con tassi di intercettazione superiori al 90% in alcune situazioni.
L’interesse dell’Italia per l’Iron Dome si inserisce in un contesto più ampio di rafforzamento delle capacità di difesa aerea europee. Altri Paesi, come la Germania, hanno già avviato collaborazioni con Israele per l’acquisizione di sistemi simili. L’adozione dell’Iron Dome da parte dell’Italia potrebbe quindi rappresentare un passo importante verso una maggiore integrazione e cooperazione nel settore della difesa aerea europea.
Il Generale Portolano ha anche evidenziato la necessità di sostenere l’Ucraina, definendolo “un dovere da parte dell’Italia”, ma ha riconosciuto che ciò ha comportato un abbassamento del livello delle scorte nazionali, che dovrà essere recuperato. “Quanto tempo ci vorrà per ricostituire le scorte di munizioni e materiali militari dipenderà da due elementi fondamentali: da un lato, la disponibilità economica per poterli acquistare; dall’altro, la capacità produttiva delle industrie della difesa”, ha spiegato.
L’adozione dell’Iron Dome da parte dell’Italia rappresenta una risposta concreta alle crescenti minacce alla sicurezza nazionale e regionale. Con l’obiettivo di rafforzare la difesa aerea e contribuire alla stabilità del fianco sud della NATO, l’Italia si prepara a compiere un passo significativo nel rafforzamento delle proprie capacità di difesa.
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