La batteria che dura 50 anni: la Cina lancia la sfida dell’energia eterna

Betavolt presenta la BV100, una batteria nucleare delle dimensioni di una moneta, capace di alimentare dispositivi per mezzo secolo senza ricarica

di Antonio Di Ieva

C’è qualcosa di profondamente affascinante, quasi mistico, nella nostra ossessione millenaria per l’energia. È come se l’umanità, fin dai suoi albori, avesse cercato un modo per catturare l’invisibile, per tenere in pugno quella forza che tutto muove. Alcuni indizi di questa ossessione ci arrivano da tempi remoti, sepolti nella polvere della storia. Nei pressi di Baghdad, ad esempio, sono stati ritrovati strani vasi di terracotta, risalenti a più di duemila anni fa. Al loro interno, cilindri di rame e barre di ferro hanno alimentato per decenni un’ipotesi affascinante: che si trattasse di primitive batterie elettriche. La cosiddetta “Batteria di Baghdad” potrebbe essere solo un errore d’interpretazione archeologica, ma resta un simbolo potente. Come se i Babilonesi, o forse gli Egizi, avessero intuito il principio di un’idea che ancora oggi ci accompagna: contenere, domare, conservare l’energia.

Perché in fondo, l’energia è vita. È ciò che accende la notte e illumina i sogni. È il battito di un cuore artificiale, la voce che corre lungo un filo, il motore che ci spinge oltre i confini del mondo. Da Volta a Tesla, da Faraday a Einstein, intere generazioni di scienziati hanno cercato risposte a un’unica grande domanda: come trattenere quella forza invisibile che permea l’universo? E oggi, nel pieno di una transizione energetica urgente e globale, quella domanda riceve una risposta che sembra uscita dalla fantascienza, ma è invece assolutamente reale: una minuscola batteria nucleare che può funzionare per 50 anni senza mai essere ricaricata.

Questa innovazione porta un nome: BV100. Ed è stata sviluppata dalla startup cinese Betavolt New Energy, diventata in poche settimane il centro di un acceso dibattito internazionale. Perché non si tratta di un prototipo teorico, né di un sogno lontano, ma di un oggetto concreto: una batteria grande quanto una moneta, capace di generare elettricità ininterrottamente per mezzo secolo. È difficile non sentirsi impressionati. La BV100 unisce dimensioni ridottissime (appena 15 x 15 x 5 millimetri) a una tecnologia di frontiera che sfrutta il decadimento controllato del Nickel-63, un isotopo radioattivo, per produrre energia.

A convertire questa energia in corrente elettrica stabile sono sottilissimi strati di diamante sintetico, in grado di gestire in modo sicuro le particelle beta emesse dal materiale. Il risultato è una batteria betavoltaica, un concetto noto da tempo ma mai realizzato con questa efficienza, affidabilità e miniaturizzazione.

Ciò che rende la BV100 straordinaria non è solo la durata. È anche la sicurezza: non emette radiazioni nocive all’esterno, non è infiammabile e può operare in condizioni estreme, da -60 °C a +120 °C. E quando avrà esaurito la sua energia — tra cinque decenni — il Nickel-63 si sarà trasformato in rame stabile e non tossico. Zero rifiuti pericolosi, zero rischi per l’ambiente.

Attualmente, la BV100 è in grado di generare 100 microwatt a 3 volt. Una potenza limitata, ma sufficiente per alimentare sensori remoti, chip di comunicazione, strumenti medicali come i pacemaker e dispositivi per esplorazioni spaziali. E qui arriva la promessa più ambiziosa: Betavolt prevede di lanciare una versione da 1 watt già nel 2025, espandendo notevolmente le applicazioni possibili. Pensiamo a smartphone che non si scaricano mai, a droni con autonomia illimitata, a dispositivi di emergenza capaci di funzionare per decenni senza manutenzione.

La notizia è stata ripresa da numerose testate giornalistiche autorevoli, tra cui New AtlasTom’s Hardware e NEI Magazine. Gli analisti evidenziano che, nonostante i costi ancora elevati del Nickel-63 e le difficoltà legate alla produzione su larga scala, questa tecnologia ha il potenziale per rivoluzionare il settore energetico. Soprattutto in quei campi dove l’autonomia, l’affidabilità e la resistenza alle condizioni estreme sono più importanti della potenza.

Per molti, la parola “nucleare” evoca scenari allarmanti: centrali fumanti, incidenti storici, scorie pericolose. Ma questa non è l’energia nucleare dei reattori tradizionali. Qui parliamo di una forma completamente diversa: microenergia pulita, silenziosa, stabile, gestita in modo sicuro e responsabile. La BV100 non è una minaccia, non è un’arma, ma una piccola rivoluzione. È la promessa concreta di un’energia autonoma, durevole, che non necessita di ricarica per mezzo secolo. Un’energia che non sporca, non esplode, non si disperde. In un mondo in cerca di soluzioni sostenibili, questa batteria somiglia più a una speranza che a un rischio.

Un aspetto spesso dimenticato nel dibattito sull’energia è la gestione delle scorie. L’immaginario collettivo le vede come montagne di rifiuti tossici, ma la realtà è ben diversa. Secondo il Nuclear Energy Institute, tutti i rifiuti radioattivi generati per alimentare l’intera vita di una persona con energia nucleare potrebbero stare in una semplice lattina da bibita. E quando la tecnologia si fa piccola, efficiente e longeva come nel caso della BV100, anche lo smaltimento diventa più semplice. Una batteria grande quanto una moneta, capace di funzionare per decenni senza manutenzione, può ridurre drasticamente il bisogno di produrre e smaltire le enormi batterie chimiche oggi usate, per esempio, nei veicoli elettrici. Una soluzione piccola, sì, ma con un impatto potenzialmente enorme per il futuro del pianeta.

E così, dal mistero di quei vasi di terracotta antichi fino alla sofisticata scienza dei materiali sintetici, la nostra storia energetica continua ad avanzare, sospinta da una stessa, instancabile tensione: quella verso l’infinito. È possibile che, tra qualche decennio, nei musei della scienza si parli della BV100 come oggi si racconta della pila di Volta. Forse sarà considerata la scintilla che ha acceso una nuova era.

Un’era in cui l’energia non sarà più un problema da risolvere, ma una risorsa da rispettare e condividere. Una nuova tappa nel nostro eterno viaggio tra le ombre e la luce.

La batteria che dura 50 anni: la Cina lancia la sfida dell’energia eterna