La Cina e l’espansione del potere militare

di Antonio Adriano Giancane

La Repubblica Popolare Cinese (RPC) ha continuato a rafforzare la propria posizione nel panorama internazionale, perseguendo una strategia di “rimodellamento” dell’ordine mondiale sotto la bandiera di una “comunità di destino comune”, una visione che mira a realizzare il “ringiovanimento nazionale” e a consolidare la crescente influenza di Pechino.

Negli ultimi anni, la Cina ha mantenuto una politica di difesa fortemente orientata verso la protezione dei suoi interessi di sovranità, sicurezza e sviluppo. Questo ha incluso l’espansione della sua presenza globale con l’uso di strumenti di coercizione, in particolare in scenari ad alta tensione come Taiwan, il Kashmir e il Mar Cinese Meridionale. La Cina ha esplicitamente dichiarato che la sua crescente potenza militare rappresenta una “nuova opportunità strategica” per plasmare gli eventi globali in un contesto che favorisca i suoi interessi.

Il cuore della politica estera della Cina è costituito dalla sua capacità di proiezione di potenza, che si basa su un potente strumento militare moderno e credibile. La modernizzazione delle forze armate, che ha compiuto notevoli progressi negli ultimi anni, ha permesso alla RPC di sviluppare capacità avanzate in tutti i settori della guerra moderna: terrestre, aereo, marittimo, nucleare, spaziale e cibernetico. Nonostante alcuni miglioramenti, persistono ancora sfide significative, come la carenza di competenze nei comandi, la logistica a lunga distanza e le capacità di guerra urbana.

Nel corso del 2023, la Cina ha continuato a rafforzare le sue strutture militari, lanciando nuovi sistemi fabbricati localmente e incrementando la prontezza operativa delle sue forze armate. La RPC ha sviluppato un ampio arsenale di armi convenzionali e non convenzionali, concentrandosi particolarmente sull’aggiornamento delle proprie capacità nucleari e di guerra elettronica. Questo rafforzamento delle forze è stato accompagnato da un incremento dei giochi di guerra e delle esercitazioni militari in diverse aree strategiche.

Un episodio significativo si è verificato nei giorni scorsi, quando due dei bombardieri più avanzati della Cina, gli H-6, sono atterrati nelle isole Paracel, nel Mar Cinese Meridionale, un’area contesa con Vietnam, Filippine e altri paesi del sud-est asiatico. Secondo Reuters, questo segna il primo schieramento di bombardieri H-6 sull’isola di Woody dal 2020, con una rinnovata dimostrazione di potenza da parte di Pechino.

Le immagini satellitari fornite da Maxar Technologies mostrano chiaramente due bombardieri H-6 sulla pista di Woody Island il 19 maggio 2025. Questi aerei, modernizzati per trasportare missili da crociera antinave e missili balistici, sono un chiaro segnale delle capacità avanzate della Cina, e sono stati utilizzati in operazioni militari e simulazioni di conflitto, come nel caso delle esercitazioni attorno a Taiwan nell’ottobre e luglio 2024.

L’atterraggio dei bombardieri a lungo raggio è stato interpretato come un messaggio a livello regionale, in particolare contro le Filippine, gli Stati Uniti e altre potenze internazionali, in un periodo di alta tensione geopolitica. Il movimento dei velivoli ha suscitato preoccupazione anche in vista del forum sulla difesa Shangri-La Dialogue a Singapore, che si è tenuto pochi giorni dopo l’incidente, con la presenza del presidente francese Emmanuel Macron e del segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth.

La crescente assertività della Cina nel Mar Cinese Meridionale si inserisce in un contesto geopolitico complesso. Le Filippine, alleate degli Stati Uniti, hanno criticato la presenza militare cinese nelle acque contese, mentre Washington ha ribadito il proprio impegno a difendere i propri alleati. Nonostante le decisioni legali internazionali, come la sentenza del tribunale arbitrale internazionale del 2016 che ha respinto le rivendicazioni territoriali della Cina, Pechino continua a perseguire la sua politica di espansione militare e di controllo nella regione.

Le immagini satellitari di Maxar mostrano anche altri velivoli cinesi, tra cui il KJ-500, un aereo da allarme rapido fondamentale per le operazioni cinesi. Sebbene il dispiegamento dei bombardieri H-6 sia stato visto come un’azione simbolica, l’analisi strategica suggerisce che questi movimenti fanno parte di una più ampia strategia di consolidamento della presenza cinese nel Mar Cinese Meridionale.

Il dispiegamento di forze cinesi nelle Paracel si inserisce in un panorama geopolitico in cui le grandi potenze stanno cercando di bilanciare la crescente influenza di Pechino. A giugno 2025, una portaerei britannica è prevista nel Mar Cinese Meridionale per un raro intervento nella zona, segnando un ulteriore rafforzamento della presenza militare internazionale. La risposta delle principali potenze occidentali – Stati Uniti, Regno Unito e Francia – si concentrerà sulla protezione della libertà di navigazione e sulla difesa dei diritti territoriali dei paesi rivali.

Dal lato cinese, la proiezione di forza marittima si accompagna anche alla costruzione di nuove capacità di proiezione globale, con il varo di una terza portaerei e lo sviluppo di unità da assalto anfibio e porta-droni. La Cina ha, inoltre, acquisito una base militare a Gibuti e sta consolidando partenariati commerciali e militari con vari paesi in Asia, Africa e America Latina, cercando di espandere la propria rete di scali aerei e marittimi.

L’andamento della politica estera cinese, con il suo crescente impegno in azioni di forza e in capacità di proiezione globale, segna un cambiamento fondamentale nell’architettura di sicurezza internazionale. Sebbene Pechino stia costruendo un esercito in grado di operare a lungo raggio, la sua strategia resta incentrata sul consolidamento della sua potenza regionale nel Mar Cinese Meridionale e oltre. La risposta della comunità internazionale sarà cruciale per determinare l’equilibrio dei poteri in questa area strategica. Le forze armate cinesi continueranno a spingere verso il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza regionali e globali, ma la competizione con altre potenze globali, in particolare gli Stati Uniti, sarà una delle sfide chiave nel prossimo futuro. Resta da vedere se Pechino riuscirà a raggiungere una stabilità strategica a lungo termine, o se le sue azioni militari e diplomatica alimenteranno ulteriori tensioni e conflitti in un mondo sempre più multipolare.

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