La macchina del Cremlino per la guerra informativa: lo studio svedese sulla SDA

Un nuovo studio della Lund University, in collaborazione con l’Agenzia svedese per la difesa psicologica, getta luce su uno dei volti più sofisticati e inquietanti della guerra ibrida russa: la Social Design Agency (Sda). Si tratta di un’organizzazione privata che, secondo i ricercatori James Pamment e Darejan Tsurtsumia, è oggi il cuore pulsante della propaganda digitale del Cremlino. L’inchiesta, basata sull’analisi di oltre 3.000 documenti interni trapelati, mostra come la celebre operazione Doppelgänger, nota per aver clonato siti di informazione europei come “Le Monde”, “Bild” e “The Guardian”, sia solo una piccola parte di una strategia ben più estesa e strutturata.

La Sda non agisce da sola. È saldamente integrata nella rete di influenza coordinata dal vicecapo dell’amministrazione presidenziale russa Sergei Kiriyenko e lavora in stretta sinergia con altre entità come Structura National Technologies, Ano Dialog e l’Istituto per lo Sviluppo di Internet (Ano Iri). Il Cremlino ha investito, dal 2022, oltre 600 milioni di euro all’anno per alimentare questo nuovo ecosistema informativo, che si distacca sempre di più dai tradizionali media di Stato come Sputnik e RT per adottare un modello decentralizzato, ibrido e camaleontico. Al centro di questo sistema ci sono agenzie, ONG e aziende tecnologiche che, pur sembrando indipendenti, operano di fatto sotto controllo diretto del potere centrale.

Lo studio rivela che l’efficacia di operazioni come Doppelgänger non va misurata in termini di segretezza, ma di risonanza. Anche essere scoperti può essere un successo: l’obiettivo non è evitare l’esposizione, ma generare attenzione. Quando un contenuto viene smentito, discusso o rilanciato da media, politici o influencer, allora la campagna ha raggiunto il suo scopo. La verità diventa irrilevante: ciò che conta è la diffusione e la capacità di penetrare nel discorso pubblico. Questo approccio opportunista, quasi darwiniano, seleziona i contenuti in base alla loro efficacia comunicativa: quelli che funzionano vengono potenziati, gli altri abbandonati.

Il lavoro della Sda si articola su tre livelli principali. Il primo è la saturazione dello spazio informativo con spam, pubblicità, commenti automatici e altre forme di rumore digitale. Il secondo è la creazione di marchi e fonti false, come siti mirror e media pseudo-indipendenti mirati a specifici pubblici. Il terzo è la viralità: i contenuti sono progettati per infiltrarsi nei circuiti mediatici ufficiali e ottenere la legittimazione da parte di fonti ritenute affidabili.

Le tecniche impiegate sono molteplici e raffinate. Dalla sponsorizzazione di contenuti su Facebook alla manipolazione algoritmica, dall’uso dell’intelligenza artificiale generativa alla creazione di meme e video manipolati. I messaggi sono personalizzati in base a profili psicografici e sociologici, con l’obiettivo dichiarato di destabilizzare, dividere e colpire i punti deboli delle democrazie. La Sda è dietro almeno tre grandi campagne parallele: Cce (contro l’Europa), Ccu (contro l’Ucraina), e Cci (contro l’Occidente in generale).

In Europa, l’obiettivo è stato quello di rafforzare le forze euroscettiche in vista delle elezioni del 2024. Sono stati prodotti contenuti polarizzanti e falsi, spesso su temi caldi come l’immigrazione, la guerra in Ucraina e il green deal, mascherati da articoli giornalistici autentici. In Ucraina, lo scopo era minare la fiducia nella leadership di Zelensky, demoralizzare la popolazione e promuovere figure filorusse come Viktor Medvedchuk. I contenuti venivano personalizzati su base regionale, sfruttando la profilazione psicologica. Negli Stati Uniti, l’attività della Sda ha mirato a esacerbare le divisioni politiche, rafforzando i segmenti più radicalizzati dell’elettorato repubblicano con teorie complottiste, contenuti antistituzionali e disinformazione sistematica.

La guerra informativa condotta dalla Sda non si limita al mondo digitale. L’agenzia ha orchestrato anche azioni fisiche simboliche come manifestazioni, graffiti e atti di vandalismo. Produce una quantità industriale di contenuti – articoli, meme, sondaggi falsificati, dashboard di monitoraggio – il cui scopo non è necessariamente ottenere un impatto diretto, ma dimostrare efficienza e operatività ai vertici politici russi. Tuttavia, il report segnala anche delle debolezze: l’eccesso di contenuti può rendere inefficaci molte campagne, l’approccio analitico resta in parte obsoleto e l’automazione spinta porta a risultati standardizzati.

Nonostante questi limiti, la risposta occidentale appare ancora lenta e frammentata. Così, il modello della Sda continua a essere operativo e, al momento, rappresenta il volto più moderno e avanzato della propaganda russa nel mondo.

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