La premier attacca: “L’indagine un danno per il Paese, i giudici che vogliono governare si candidino”

Giorgia Meloni non si placa e sfrutta la prima occasione pubblica per mandare messaggi di fuoco al pm che le ha comunicato l’iscrizione nel registro degli indagati, Francesco Lo Voi. La comunicazione è arrivata anche ai ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio e al sottosegretario Alfredo Mantovano. “Era chiaramente un atto voluto“, accusa la premier, respingendo l’idea che l’azione di Lo Voi sia stata un atto dovuto dopo l’esposto dell’avvocato Luigi Li Gotti.

L’occasione è il collegamento video di Meloni all’evento “La ripartenza”, organizzato da Nicola Porro a Milano. Per la premier, l’iniziativa di Lo Voi ha arrecato «un danno alla Nazione» e rappresenta l’esempio di come «un pezzetto di magistratura» voglia «governare». «Si candidino non si può fare che loro governano e io vado alle elezioni».

I vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini seguono la linea della premier. Tajani definisce «bizzarro» che ogni atto del governo debba essere sottoposto al giudizio della magistratura. Salvini, citando l’archiviazione dell’indagine su Armando Siri, parla di un altro «fallimento di una “giustizia” che ha invaso il campo della politica».

Nel frattempo, il governo sta valutando un’altra opzione: apporre il segreto di Stato sul caso-Almasri, il generale libico ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità.

Parallelamente, emergono documenti rilanciati dal Tg1 sul ricorso di Lo Voi contro un provvedimento del sottosegretario Mantovano, che nel gennaio 2023 aveva sospeso l’uso dei voli di Stato per il procuratore di Roma. All’epoca, Lo Voi era l’accusatore di Salvini nel processo Open Arms. Il procuratore rischia ora un’iniziativa disciplinare del Csm per un documento riservato dei Servizi depositato in un procedimento.

Per le opposizioni, invece, l’attacco a Lo Voi è solo una strategia per delegittimare il magistrato e sviare l’attenzione sul caso-Almasri. «Meloni continua a scappare, dovrebbe riferire nelle sedi istituzionali e non ai propri follower», accusa Elly Schlein. Giuseppe Conte parla di «danno d’immagine» e di una «scelta politica di sfregiare la legalità internazionale imbarcando su un volo di Stato, a spese pubbliche, un criminale». Tajani, per replicare a Schlein, richiama il caso-Öcalan con un governo di sinistra. I dem ribattono: «Ai tempi Schlein aveva 13 anni».

I ministri Piantedosi e Nordio sono volati a Varsavia per l’avvio della riunione informale dei ministri degli Interni e della Giustizia dell’UE. Al centro del dibattito, le strategie di cooperazione tra gli Stati membri e la lotta ai crimini di guerra in Ucraina. Piantedosi ha sottolineato l’importanza di anticipare l’applicazione di alcune disposizioni del Patto Migrazione e Asilo per accelerare le procedure di frontiera. Anche l’azione della Corte penale internazionale è nel mirino del governo, che la accusa implicitamente di aver voluto mettere in difficoltà l’Italia dopo il rilascio di Almasri.

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