Libano, 492 morti e 1645 feriti: la giornata più sanguinosa dal conflitto del 2006

di Emanuela Ricci

Ieri, l’escalation tra Israele e Hezbollah ha raggiunto livelli senza precedenti, con Israele che ha lanciato massicci raid aerei contro postazioni del gruppo armato in tutto il Libano, causando la morte di almeno 492 persone, tra cui 35 bambini. 1.645 serebbero i feriti trasportati negli ospedali. Questo evento rappresenta la giornata più sanguinosa per il Libano dal termine della guerra civile (1975-1990) e dagli scontri con Israele del 2006. Migliaia sono le persone costrette a fuggire dalle loro case per cercare, in una rocambolesca fuga, rifugio nelle aree più sicure del paese.

L’IDF (Israeli Defence Forces) ha confermato di aver colpito 1.600 obiettivi in tutto il Libano, inclusi depositi di armi, lanciatori di razzi, posti di comando e controllo e infrastrutture logistiche. Le aree colpite includono il sud del Libano, roccaforte storica di Hezbollah, così come la Valle della Beqaa e il nord del paese. Le autorità israeliane hanno descritto l’attacco come parte di una campagna mirata a smantellare la rete di armamenti accumulata dal gruppo sciita filo-iraniano negli ultimi vent’anni.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato che gli attacchi hanno distrutto “decine di migliaia di razzi e munizioni di precisione”, riducendo significativamente il potenziale offensivo di Hezbollah. Gallant ha definito la giornata di ieri un “picco significativo” nel conflitto in corso, sottolineando che Israele non si fermerà fino a quando la minaccia proveniente dal nord non sarà completamente neutralizzata.

L’intensità dei bombardamenti ha scatenato una inevitabile ondata di evacuazioni di massa dalle zone più colpite, specialmente dalle aree meridionali del Libano, vicino al confine con Israele. Le strade verso nord, inclusa la principale autostrada verso Beirut, sono rimaste bloccate per ore, lasciando intere famiglie imbottigliate nel traffico nel tentativo di fuggire dalle zone di conflitto. Le immagini provenienti dal paese mostrano veicoli sovraccarichi di persone e beni personali, con bambini stipati sui sedili posteriori e bagagli legati ai tetti delle auto.

Le autorità libanesi hanno attivato 89 rifugi temporanei, principalmente scuole e altri edifici pubblici, per accogliere oltre 26.000 sfollati. Tuttavia, molti temono che questa cifra possa salire rapidamente se i combattimenti continueranno o si intensificheranno ulteriormente.

Dopo un anno di combattimenti intensi contro Hamas nel sud, nella Striscia di Gaza, Israele sembra ora concentrarsi sul fronte settentrionale, dove Hezbollah ha intensificato il lancio di razzi come mezzo di ritorsione alla guerra di Tel Aviv contro Hamas a Gaza. Questo cambio di priorità ha spinto l’esercito israeliano a lanciare un’offensiva più ampia contro Hezbollah, cercando di ridurre la capacità militare del gruppo sciita prima che il conflitto si estendesse ulteriormente.

Hezbollah, a sua volta, ha intensificato gli attacchi contro Israele, lanciando decine di razzi contro una base militare israeliana nel nord del paese. Le sirene d’allarme hanno suonato in diverse città, inclusa Haifa e parte del nord della Cisgiordania occupata. Circa 60.000 residenti israeliani del nord sono stati evacuati in seguito agli attacchi di Hezbollah, con le autorità che hanno affermato che gli sfollati non torneranno nelle loro case fino a quando la situazione non sarà stabilizzata.

La Comunità Internazionale

La gravità della situazione ha destato preoccupazione a livello globale. Gli Stati Uniti, storici alleati di Israele, hanno ribadito la loro opposizione a un’escalation del conflitto e hanno dichiarato di voler discutere “idee concrete” con i loro partner per evitare che la guerra si estenda oltre i confini attuali. Un alto funzionario del Dipartimento di Stato americano ha sottolineato che l’amministrazione Biden è focalizzata sulla riduzione delle tensioni piuttosto che sull’alimentare un ciclo continuo di attacchi e contrattacchi.

Anche l’Arabia Saudita ha espresso preoccupazione, esortando tutte le parti a esercitare moderazione. In contemporanea, durante la sua partecipazione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha accusato Israele di voler trascinare l’Iran e tutto il Medio Oriente in una guerra totale.

Hezbollah, pur rispondendo con attacchi missilistici, ha subito pesanti perdite. Ieri sera, Israele ha colpito i sobborghi meridionali di Beirut, puntando a un alto comandante di Hezbollah, Ali Karaki, capo del fronte meridionale del gruppo. Anche se Hezbollah ha dichiarato che Karaki è sopravvissuto all’attacco, altre fonti confermano la morte di Mahmoud al Nader, un importante comandante di Hamas operante nel sud del Libano, ucciso in un attacco aereo israeliano. Hezbollah ha anche subito una battuta d’arresto significativa la settimana scorsa, quando migliaia di dispositivi di comunicazione del gruppo sono stati distrutti in un’esplosione, un’operazione che molti attribuiscono a Israele. Anche se Israele non ha confermato la sua responsabilità, l’evento ha ulteriormente indebolito la capacità di coordinamento di Hezbollah sul campo.

La situazione in Libano e Israele resta estremamente fluida, con il timore che l’escalation possa portare a un conflitto regionale che coinvolga direttamente l’Iran e gli Stati Uniti. I ministri degli Esteri dei paesi del G7, riuniti a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, hanno rilasciato una dichiarazione in cui esprimono la loro preoccupazione per il rischio che l’intero Medio Oriente venga trascinato in una guerra più ampia. Con le tensioni alle stelle e le prospettive di una risoluzione diplomatica ancora lontane, il Libano si trova a fare i conti con la peggiore crisi umanitaria e militare degli ultimi decenni. Nel frattempo, Israele sembra determinato a proseguire la sua campagna contro Hezbollah, lasciando la popolazione civile intrappolata in un conflitto che sembra destinato a intensificarsi ulteriormente.

Subscribe to our newsletter!

Libano, 492 morti e 1645 feriti: la giornata più sanguinosa dal conflitto del 2006

| EVIDENZA 1, MONDO |