Meloni tra Asia e USA

Dopo la trasferta negli Stati Uniti, Giorgia Meloni punta verso l’Est. Concluso l’incontro alla Casa Bianca con Donald Trump e il successivo vertice a Palazzo Chigi con il vice presidente J.D. Vance, la presidente del Consiglio si prepara a un’importante missione diplomatica in Asia Centrale. Il 25 aprile sarà presente accanto al presidente Sergio Mattarella all’Altare della Patria, poi volerà a Samarcanda per una visita ufficiale in Uzbekistan e successivamente ad Astana, in Kazakistan, per partecipare al vertice Italia-Asia Centrale. Un incontro multilaterale che coinvolgerà anche Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e lo stesso Uzbekistan.

L’obiettivo dichiarato è rafforzare la presenza dell’Italia nello scacchiere internazionale e consolidare i rapporti economici e geopolitici in una regione sempre più strategica, anche alla luce delle tensioni globali.

Intanto, in Italia, Meloni si prepara a un acceso confronto in Parlamento. Mercoledì parteciperà al question time dove dovrà rispondere alle accuse dell’opposizione, che parla di una premier “succube” degli interessi statunitensi. I 5 Stelle e l’Alleanza Verdi-Sinistra la accusano di aver concesso troppo a Trump, con vantaggi per gli USA – come l’acquisto di gas americano o il blocco della web tax europea – a scapito dell’UE. Nicola Fratoianni rincara: «Altro che dialogo, si tratta di continue concessioni ai padroni del mondo».

Eppure dalla maggioranza arrivano solo elogi. Il viaggio viene definito “un successo inimmaginabile”, utile a “salvare l’Occidente” e a ricostruire il rapporto transatlantico. Per Giovanni Donzelli, Meloni ha riaperto il dialogo tra Europa e Stati Uniti, interrotto da tempo. Anche l’ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, pur riconoscendo l’assenza di risultati concreti immediati, lo definisce un passo utile nel riavvicinamento tra le due sponde dell’Atlantico.

Intanto cresce l’attesa per un possibile vertice ufficiale tra USA e UE che potrebbe tenersi proprio a Roma, forse già a maggio, prima del summit NATO previsto all’Aia a fine giugno. Meloni non conferma, ma il suo entourage lavora come se la visita di Trump fosse già certa.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto sottolinea l’importanza strategica di tenere unito l’Occidente anche sul fronte economico: «Negli ultimi decenni abbiamo delocalizzato tutto in Cina. Serve ora ripensare il modello industriale e ricostruire ciò che è andato perduto».

Anche se formalmente gli accordi commerciali spettano alla Commissione Europea, l’Italia si propone come ponte tra Washington e Bruxelles. Il prossimo passo è in Asia, ma con lo sguardo rivolto a un’Europa che, con Roma protagonista, potrebbe tornare al centro delle trattative globali.

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