Meloni – von der Lyen: sintonia su Pnrr, sui migranti resta il nodo dei ricollocamenti

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

L’incontro, avvenuto alla presenza del ministro per gli Affari Ue, la Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, ha costituito un’importante occasione di confronto in vista del Consiglio Europeo straordinario del 9-10 febbraio.  

Nel corso dell’incontro è stato riaffermato l’impegno del Governo italiano sul Pnrr e condivisa la condanna per gli atti violenti in Brasile. Soddisfazione è stata espressa per la firma di oggi a Bruxelles della Dichiarazione congiunta Ue-Nato. Al termine del’incontro, così in un tweet von der Leyen: “Un piacere incontrare Giorgia Meloni a Roma oggi. In vista della prossima riunione del Consiglio europeo abbiamo discusso di come: Continuare a sostenere l’Ucraina; garantire un’energia sicura e accessibile; aumentare la competitività dell’industria dell’Ue; fare progressi sul Patto per la migrazione Abbiamo anche discusso dell’implementazione del Pnrr in Italia”.  

PNRR. L’Italia vorrebbe più tempo per la messa a punto dei target concordati con l’Ue. Il problema, per il governo, non è la quantità di risorse ma il loro assorbimento. Difficilmente l’Ue accetterà di rinviare a oltre il 2026 la deadline del Next Generation. Ma sulle modifiche del piano la trattativa è aperta. L’Italia è in attesa che la Commissione dia la sua valutazione sulla richiesta della terza tranche di fondi. L’Italia, però, ha un problema di assorbimento delle risorse europee, i rincari dovuti all’inflazione hanno complicato il quadro.

L’Ue, di fatto, ha permesso di aggiungere un capitolo al piano, quello del RePower Ue, scrive l’Ansa, nell’ambito del quale all’Italia spetteranno circa 9 miliardi. Roma vuole un negoziato sulle modifiche più ampio. L’alveo giuridico è l’articolo 21 del Regolamento del Next Generation, la linea rossa suggerita dalla Commissione è non modificare riforme e macro-obiettivi. Sul resto l’Ue ha già mostrato aperture, anche perché l’Italia non è il solo Paese ad aver chiesto modifiche.

L’obiettivo è creare un Inflaction Reduction Act europeo in risposta alle legge sull’inflazione americana. Bruxelles vuole evitare di andare allo scontro con Washington aprendo una controversia al Wto ma, a questo punto, vuole rispondere con i fatti in due mosse. Un regime agevolato per gli aiuti di Stato e un fondo di sovranità a protezione dell’industria, sempre nel solco del Green Deal. Due obiettivi complicati, che saranno sul tavolo del Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio. Roma non è contraria all’idea ma, nelle riunioni dei rappresentanti dei 27 all’Ue, ha già ricordato quale sia il rischio che si nasconde dietro un liberi tutti sugli aiuti di Stato.

MIGRANTI. L’obiettivo è creare un articolato piano per i rimpatri e un Sistema di preferenze generalizzate (Spg) per i Paesi d’origine che cooperano, concedendo tariffe agevolate per i prodotti in via d’esportazione. Non c’è intesa sul sistema dei ricollocamenti, sul quale l’Italia chiede, tra l’altro, più responsabilità da parte degli Stati che finanziano le Ong che operano nel Mediterraneo.

Meloni – von der Lyen: sintonia su Pnrr, sui migranti resta il nodo dei ricollocamenti