Iraq, cresce la paura di una destabilizzazione della regione:  l’ISIS  entra in Iraq

I funzionari di ISISIntelligence dello Stato Islamico avvertono che la fragile stabilità dell’Iraq potrebbe essere a rischio, in seguito alle notizie secondo cui, nelle ultime settimane, un migliaio di combattenti armati dello Stato Islamico sarebbero entrati in Iraq varcando il confine con la Siria.

Baghouz, villaggio siriano situato sulle rive del fiume Eufrate vicino al confine siriano-iracheno dove si contano un folto numero di militanti dell’organizzazione che si autodefinisce Stato Islamico (noto anche come Stato Islamico dell’Iraq, Siria o ISIS), sembra essere l’ultima roccaforte territoriale dello stato islamico in Medio Oriente.

Molti dei combattenti del gruppo militante sunnita, tuttavia, sono riusciti a superare le linee offensive della coalizione guidata dagli americani e stanno ora attraversando il confine verso le province nord-occidentali dell’Iraq a maggioranza sunnita. Per impedire ciò, l’esercito iracheno a guida sciita avrebbe schierato oltre 20.000 soldati lungo il confine di 370 miglia con la Siria. Ma le dimensioni del confine, così come il terreno accidentato e inospitale della regione, stanno rendendo molto difficile l’operazione di contrasto al fenomeno.

Un importante report pubblicato dall’Associated Press alla fine della scorsa settimana sostiene che centinaia di combattenti dello Stato Islamico stanno fuggendo attraverso la frontiera in Iraq di notte, o utilizzando tunnel costruiti dallo Stato Islamico nel 2013 e 2014. Altri si stanno facendo strada in Iraq travestiti da donne o contadini locali.

La maggior parte di essi è armata, afferma l’Associated Press, o conosce dove sono nascosti importanti depositi di armi e denaro, che lo Stato islamico ha seppellito mentre si ritirava in Siria lo scorso anno mentre erano sotto i massicci attacchi dell’esercito iracheno.

Il rapporto della Associated Press cita tre funzionari dell’intelligence irachena e un funzionario militare degli Stati Uniti, che afferma che, dallo scorso settembre, più di 1.000 combattenti dell’ISIS sono entrati in Iraq dalla Siria e, al momento, sarebbero presenti in Iraq tra 5.000 e 7.000 combattenti ISIS armati. Molti di loro rimangono nascosti, ma altri sono impegnati in sforzi sistematici per rivitalizzare la presenza del gruppo nelle province irachene a maggioranza sunnita.

I dati sono stati confermati, nel corso di una recente conferenza stampa, da un alto portavoce dell’esercito iracheno, il generale di brigata Yahya Rasoul, che ha avvertito che “l’ISIS sta cercando di affermarsi in Iraq, a causa della pressione che sta subendo in Siria“.

Sono almeno nove gli attacchi compiuti dall’ISIS in Iraq nel solo mese di gennaio e diversi sono stati registrati anche a febbraio, tra cui la recente uccisione di cinque pescatori nella provincia di Najaf. Una serie preoccupante di attacchi che hanno spinto i funzionari ad avvertire che l’ISIS potrebbe fare un ritorno nella regione.

Secondo i funzionari dell’intelligence irachena, gli attacchi mirano a mettere in guardia gli abitanti locali a non condividere le informazioni con i militari iracheni ea “ripristinare i racket dell’estorsione che hanno finanziato l’ascesa al potere del gruppo sei anni fa“.

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