Il Consiglio di sicurezza dell’Onu lancia un appello ai libici, divisi tra governi contrapposti a lavorare insieme per arrivare alle elezioni. I quindici membri del Consiglio hanno dato il pieno appoggio al piano presentato dall’inviato speciale in Libia, Ghassan Salame’, per le elezioni legislative e presidenziali di luglio dell’anno prossimo. E’ imperativo che tutti i libici lavorino insieme in uno spirito di compromesso e si impegnino in modo costruttivo nel processo politico inclusivo”, si legge in una dichiarazione del Consiglio di sicurezza. La caduta del dittatore Muammar Gheddafi, ucciso il 20 ottobre del 2011 a Sirte, è stata seguita da anni di agitazione politica. La Libia, dove regnava il caos, è stata trasformata in un porto di partenza per migliaia di migranti diretti verso l’Europa, con gli Stati Uniti impegnati in nuovi attacchi aerei contro i gruppi terroristici dello Stato islamico che aveva cercato di espandersi anche nei territori del paese nordafricano. Salame’, che ha assunto l’incarico di inviato speciale dell’Onu in Libia a luglio, lo scorso mese ha presentato il suo piano che dovrebbe portare, attraverso anche una nuova costituzione, alle elezioni. Ha anche annunciato che sarà tenuta una conferenza nazionale per reintegrare tutti gli attori del territorio, tra cui quelli “ostacolati ed emarginati”. Dopo un accordo nel 2015 sostenuto dall’Onu, il Governo di accordo nazionale, con Fayez Sarraj primo ministro, si è insediato a Tripoli lo scorso anno. Ma non ha potuto imporre la sua autorità su tutto il territorio, in particolare nell’est del Paese, la Cirenaica, dove il generale Khalifa Haftar controlla la maggior parte del territorio e appoggia un Parlamento rivale. Il Consiglio di sicurezza ha espresso preoccupazione “per il deterioramento della sicurezza, dell’economia e della condizioni umanitaria in Libia” e ha accolto con favore l’impegno dell’Onu a intensificare il lavoro sul campo per “aiutare a migliorare le condizioni di vita di tutta la popolazione.
