Seul, comando rimane a Usa in caso di conflitto

   

Le aspettative della Corea del Sud di avere un generale al comando delle forze armate  usa e coreane, in caso d conflitto, è stato disatteso dalla recente visita a Seul del segretario alla Difesa Usa James Mattis. Ci si aspettava il sigillo  alla costituzione di un comando militare congiunto in caso di guerra con comando sudcoreano, ponendo termine così alla norma che vuole anche le forze armate di Seul sotto il controllo operativo di un ufficiale degli Stati uniti nell’eventualità di un conflitto. Tuttavia questo risultato – nota oggi il principale quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo – non c’è stato. Mattis ha incontrato il ministro della Difesa Song Young-moo nell’annuale riunione consultiva di sicurezza ieri a Seoul. Alla fine dell’atteso incontro è stato rilasciato un comunicato congiunto e i due ministri hanno tenuto una conferenza stampa. In nessuno di due è stato annunciata la costituzione del comando. Nel comunicato congiunto, in particolare, è scritto che i due ministri hanno deciso di evitare ulteriormente sulla bozza di organizzazione del futuro comando combinato delle forze. In precedenza, il ministero della Difesa sudcoreano aveva riferito all’Assemblea nazionale che il comando combinato sarebbe stato approvato nella riunione Song-Mattis. E che un generale sudcoreano sarebbe stato il comandante delle truppe combinate, uno americano il vicecomandante. Attualmente accade il contrario. Song e Mattis hanno comunque assicurato in conferenza stampa che il trasferimento di comando avverrà, come è stato già concordato, Ma non hanno dato i tempi. L’idea del futuro comando è stata concordata ormai da quattro anni. Si tratterebbe di una gerarchia del tutto nuova per le forze straniere con sede in paesi stranieri. Ovunque, sebbene in tempo di pace il comando operativo spetti al paese ospitante, in tempo di guerra è un generale Usa ad assumere il comando supremo. Secondo quanto ha scritto la scorsa settimana il Wall Street Journal, i generali americani ritengono che Seul non sarebbe ancora pronta a questa trasformazione. “Nonostante le forti aspettative di Seul, l’amministrazione Usa e il Congresso recentemente sono riluttanti”, spiega una fonte diplomatica a Seul al JoongAng Ilbo. “Il risultato dell’ultima riunione consultiva riflette questo sentimento”. A incrementare questa perplessità americana ci potrebbe essere anche la minaccia nordcoreana e l’arrivo alla presidenza di Moon Jae-in, un presidente progressista poco incline allo scontro con Pyongyang.