Navi fantasma minacciano i mari: la flotta illegale che aggira sanzioni e controlli internazionali

di Andrea Pinto

Di fronte ai crescenti ostacoli nei negoziati commerciali tra Washington e Pechino, un problema spesso sottovalutato sta emergendo come un grave rischio per la sicurezza globale: una flotta di petroliere anonime e spesso prive di bandiera, utilizzate per trasportare illegalmente petrolio iraniano e russo verso la Cina.

Secondo un’inchiesta pubblicata dal FT, condotta da Michelle Wiese Bockmann, analista del settore marittimo, circa un terzo del petrolio importato dalle raffinerie cinesi proviene da Russia e Iran, eludendo le sanzioni occidentali e ostacolando la campagna di sanzioni lanciata dal presidente statunitense Donald Trump contro Teheran. Questo commercio illecito alimenta un mercato nero marittimo sempre più vasto, con conseguenze potenzialmente disastrose per l’ambiente e la sicurezza internazionale.

Dalla piena invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, la cosiddetta “flotta ombra” è triplicata, arrivando a rappresentare fino al 18% delle petroliere che operano a livello globale. Molte di queste circa 700 navi sono vecchie, non manutenute, registrate in modo discutibile o addirittura prive di una bandiera valida, violando così le convenzioni internazionali. Navigano persino senza assicurazioni o certificati di sicurezza.

Nonostante oltre la metà delle petroliere che trasportano prodotti petrolchimici iraniani sia già soggetta a sanzioni occidentali, operatori e armatori hanno affinato metodi sempre più sofisticati per aggirare controlli e restrizioni. Le navi cambiano nome, spegnono i sistemi di tracciamento, trasferiscono carichi in mare aperto e utilizzano registri di bandiera fraudolenti.

Nel tentativo di contrastare questo fenomeno, il Regno Unito sta facendo pressioni su paesi come Barbados, Isole Cook, Gabon e Panama affinché rimuovano la loro bandiera dalle navi sanzionate. Tuttavia, quando questi Stati inizieranno a reagire, gli armatori si rivolgeranno a registri ancora più opachi e fittizi, fingendo di operare sotto la bandiera di paesi come Guyana, Curaçao, St. Maarten o Eswatini, spesso senza alcuna autorizzazione.

Peggio ancora, alcune navi continuano a solcare i mari usando bandiere ormai revocate, rendendosi completamente invisibili ai controlli. Dal mese di marzo, la percentuale di petroliere e navi metaniere coinvolte nel commercio con l’Iran che utilizzano registri di bandiera fraudolenti è salita dal 30 al 40%, un dato allarmante che lascia centinaia di navi senza alcuna supervisione legale.

Le implicazioni sono gravi: queste navi, molte delle quali obsolete e fuori norma, rappresentano una bomba ecologica in movimento. Un incidente in mare, come una perdita di petrolio, sarebbe disastroso per gli ecosistemi marini e le coste vicine.

Episodi recenti mostrano la portata del problema: decine di petroliere sospette si trovano nelle acque internazionali dell’arcipelago di Riau, tra Indonesia, Singapore e Malesia, dove caricano o scaricano petrolio sanzionato senza alcun controllo. Altre sostano indisturbate nei porti degli Emirati. In Europa, il 13 maggio scorso, un caccia russo ha violato lo spazio aereo NATO per proteggere una nave diretta in Russia senza bandiera, che la marina estone tentava di ispezionare.

Nonostante l’evidenza, l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) delle Nazioni Unite non è riuscita a trovare un accordo su come affrontare l’uso di registri di bandiera fraudolenti. Le divisioni geopolitiche tra Paesi favorevoli e contrari alle sanzioni hanno bloccato ogni progresso.

Ma la posta in gioco va oltre la politica delle sanzioni. Questa flotta illegale rappresenta una minaccia concreta alla sicurezza dei mari e all’integrità degli accordi commerciali globali. I Paesi che cercano un dialogo commerciale con gli Stati Uniti potrebbero sfruttare la lotta contro queste navi pirata come leva diplomatica. Agire significherebbe non solo ridurre l’impatto delle esportazioni di petrolio russo e iraniano, ma anche prevenire disastri ambientali imminenti.

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