L’Italia è decisa ad affrontare le sfide legate allo sfruttamento delle risorse sottomarine e alla sicurezza delle attività subacquee in modo più strutturato e coordinato. L’istituzione dell’Agenzia per la Sicurezza delle Attività Subacquee, decisa dal Consiglio dei ministri di ieri, rappresenta un passo fondamentale per l’Italia, proiettandola verso un futuro in cui l’ambiente sottomarino non sarà più solo una frontiera da esplorare, ma una risorsa da gestire con attenzione e competenza
di Emanuela Ricci
L’Italia si posiziona tra i primi Paesi dell’Unione Europea a dotarsi di una regolamentazione chiara per le attività subacquee grazie all’approvazione di un disegno di legge (Ddl) che istituisce l’Agenzia per la Sicurezza delle Attività Subacquee (Asas). Il provvedimento, che consta di 35 articoli, è stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri ed è stato sottoposto alla guida del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci. Questo Ddl rappresenta una svolta importante per l’industria sottomarina, offrendo nuove prospettive e regolamentazioni per lo sviluppo di attività in un settore finora privo di direttive specifiche.
Il cuore del disegno di legge risiede nella creazione di una struttura centralizzata che possa garantire la sicurezza e il coordinamento delle attività subacquee a livello nazionale. Il Ddl disciplina in particolare le operazioni che si svolgono oltre i 40 metri di profondità nelle aree marine sotto la sovranità e giurisdizione italiana, includendo anche le infrastrutture di interesse nazionale situate in alto mare.
L’Agenzia per la Sicurezza delle Attività Subacquee (Asas), che sarà istituita presso Palazzo Chigi, avrà un ruolo cruciale in questo contesto. La gestione dell’Agenzia sarà affidata a un direttore generale, nominato direttamente dalla premier su proposta del Ministro della Difesa, affiancato da altre 39 unità operative. Questo nuovo ente riceverà finanziamenti pari a 8,47 milioni di euro nel 2025, seguiti da 6,37 milioni di euro annui a partire dal 2026.
L’Asas avrà il compito di gestire le interferenze tra le attività subacquee civili, militari e di polizia, garantendo la sicurezza delle infrastrutture strategiche, come piattaforme petrolifere, isole artificiali, cavi e condotte sottomarine. In aggiunta, saranno imposte nuove regole per coloro che desiderano operare sott’acqua: sarà obbligatorio comunicare la data di immersione con un preavviso di almeno 15 giorni. Il mancato rispetto di questa norma comporterà sanzioni severe, che includono fino a due anni di reclusione.
L’adozione di linee guida per lo sviluppo di tecnologie subacquee saranno approntate in collaborazione con il Polo Nazionale della dimensione Subacquea (PNS) e gli enti pubblici di ricerca preposti sul territorio nazionale. Il PNS è stato inaugurato a La Specia lo scorso 12 dicembre.
Le Competenze dell’Agenzia
Le responsabilità dell’Asas saranno molteplici. Oltre alla gestione delle interferenze tra diverse attività, essa avrà il potere di autorizzare l’operatività di sommergibili civili che battono bandiera diversa da quella italiana. L’Agenzia sarà anche responsabile della definizione di misure preventive per evitare pericoli imminenti al territorio nazionale e stabilirà i requisiti tecnici per l’abilitazione alla guida di mezzi subacquei.
Un aspetto innovativo del Ddl è la promozione della ricerca scientifica e tecnologica sui fondali marini, un settore che potrebbe aprire nuove possibilità di sviluppo per l’Italia nel campo della scienza marina e delle tecnologie sottomarine.
Un Registro per gli operatori subacquei
Un’importante novità introdotta dal Ddl è la creazione di un registro dei lavoratori subacquei, che permetterà di tenere traccia di coloro che sono impiegati in questo settore. Ogni lavoratore sarà dotato di un libretto personale informatico, che permetterà di monitorare le sue qualifiche e le attività svolte.
Inoltre, le imprese operanti nel settore subacqueo e iperbarico dovranno rispettare le nuove regole tecniche che verranno stabilite tramite un apposito decreto del Presidente della Repubblica. Queste regole comprenderanno le procedure operative, i set di emergenza e i percorsi formativi obbligatori per gli operatori. Le imprese che non rispetteranno queste direttive saranno soggette a multe che variano da 500 a 1.500 euro.
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