Il Mar Cinese Meridionale continua a essere un punto di conflitto strategico, con le recenti azioni della Cina che stanno sollevando preoccupazioni a livello internazionale
di Antonio Adriano Giancane
Secondo quanto riportato dal Financial Times, che cita il canale militare della CCTV cinese, Pechino ha assunto il controllo di Sandy Cay, una piccola barriera corallina situata a pochi chilometri dalla principale base militare delle Filippine, nel cuore dell’area contesa delle Isole Spratly.
La Guardia costiera cinese ha implementato il controllo marittimo su Sandy Cay e ha issato la bandiera nazionale per dichiarare la sua sovranità sulla zona. La mossa arriva in un periodo particolarmente teso, poiché le Filippine, alleate con gli Stati Uniti, stanno per avviare le loro annuali esercitazioni militari congiunte, denominati Balikatan, che si concentreranno sulla difesa costiera e sul recupero delle isole nel Mar Cinese Meridionale. Queste esercitazioni si svolgeranno nelle prossime settimane, proprio vicino a Sandy Cay e alle altre isole contese.
L’azione della Cina ha immediatamente scatenato una reazione dalle Filippine, che hanno inviato ufficiali della marina, della guardia costiera e della polizia marittima a Sandy Cay e nelle vicinanze, per riaffermare la propria sovranità sulle isole Spratly. Le autorità filippine hanno esposto la bandiera nazionale come segno di fermezza contro le pretese di Pechino, dichiarando che tali azioni sono finalizzate a “sostenere la sovranità, i diritti sovrani e la giurisdizione del Paese”.
Questa escalation di tensione tra i due Paesi si inserisce in un quadro più ampio di conflitto geopolitico nella regione. Non solo le Filippine, ma anche altri Paesi come il Vietnam, il Brunei, la Malesia e Taiwan rivendicano parti di queste acque, ma la Cina ha storicamente esercitato un controllo sempre più aggressivo sulla zona, alimentato dalla sua imponente milizia marittima e dalla costruzione di basi militari su isole artificiali.
Sandy Cay, sebbene sia un banco di sabbia di appena 200 metri quadrati, ha acquisito un’importanza strategica fondamentale. Se riconosciuto come scoglio, il controllo di Sandy Cay potrebbe permettere alla Cina di estendere la sua giurisdizione marittima su un’area di 12 miglia nautiche, che si sovrapporrebbe con il territorio filippino, in particolare con l’isola di Thitu, uno degli avamposti militari più importanti di Manila nelle Spratly. Questa mossa potrebbe alterare l’equilibrio di potere nella regione e avere implicazioni dirette sulla libertà di navigazione in una delle rotte marittime più trafficate al mondo.
La Casa Bianca ha espresso preoccupazione per le azioni della Cina, definendo la situazione “profondamente preoccupante se confermata“. James Hewitt, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha sottolineato che “azioni come queste minacciano la stabilità regionale e violano il diritto internazionale“. La Corte permanente di arbitrato dell’Aia ha già stabilito nel 2016 che le rivendicazioni cinesi sulla quasi totalità del Mar Cinese Meridionale non sono legittime secondo il diritto internazionale, ma la Cina ha ignorato sistematicamente tali decisioni, intensificando invece la militarizzazione della zona.
Questa situazione si inserisce in un contesto più ampio di crescente militarizzazione delle acque contese. Pechino, che possiede la più grande guardia costiera e milizia marittima del mondo, ha costruito numerose installazioni militari nel Mar Cinese Meridionale, tra cui radar, missili e piste di atterraggio su isole artificiali. La Cina ha anche recentemente iniziato lavori di bonifica su alcune delle barriere coralline della zona, suscitando preoccupazioni tra le Filippine, che temono ulteriori azioni di militarizzazione in futuro.
La Guardia costiera cinese ha risposto alla presenza filippina su Sandy Cay accusando Manila di “azioni illegali“, ma non ci sono stati scontri diretti tra le forze delle due nazioni. Le immagini pubblicate dalla Guardia costiera filippina non mostrano una presenza cinese diretta, ma secondo i dati di tracciamento delle navi, imbarcazioni della milizia marittima cinese continuano a pattugliare la zona, alimentando ulteriormente le tensioni.
Sandy Cay potrebbe sembrare solo una piccola barriera corallina, ma il suo controllo rappresenta un simbolo della lotta per la sovranità nel Mar Cinese Meridionale. Le azioni della Cina, se non frenate, potrebbero avere effetti devastanti sulle relazioni regionali e sulla stabilità internazionale, mentre le Filippine e gli Stati Uniti continuano a cercare modi per contrastare l’espansione cinese nella regione. Con il conflitto che continua a crescere, le settimane a venire potrebbero essere decisive per il futuro dell’area.
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