La guerra in Ucraina, giunta al terzo anno, vede il coinvolgimento sempre più evidente di attori esterni: Cina, Corea del Nord e Iran stanno fornendo sostegno diretto o indiretto alla Russia. Lo conferma la relazione annuale del Copasir, che evidenzia come i Servizi segreti italiani monitorino costantemente il conflitto per proteggere gli interessi nazionali e prepararsi agli scenari peggiori, compresa l’eventualità di un’escalation nucleare. Sullo sfondo, l’ipotesi di una nuova conferenza di pace
La guerra in Ucraina è entrata nel suo terzo anno, con un bilancio sempre più tragico e uno scenario che si complica a causa dell’interferenza crescente di attori esterni al conflitto. Secondo l’ultima relazione annuale del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), Cina, Corea del Nord e Iran hanno un ruolo sempre più attivo nel supportare lo sforzo bellico della Russia.
La relazione, redatta al termine di un anno di audizioni riservate con i vertici dei Servizi, membri del governo e la stessa premier Giorgia Meloni, delinea un quadro preoccupante. A confermarlo è il sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata alla sicurezza, che in due momenti chiave del 2024 ha evidenziato la presenza concreta di supporto straniero alla Russia. Mentre il ruolo di Iran e Corea del Nord è già noto – rispettivamente per la fornitura dei droni Shahed e l’invio di militari nella regione russa di Kursk – la Cina desta particolare attenzione. Le accuse di Zelensky di un coinvolgimento diretto delle forze cinesi, con video di presunti soldati catturati, sono state smentite da Pechino, ma restano elementi inquietanti per l’intelligence occidentale.
L’Italia, tramite le sue agenzie, prende ora ufficialmente atto della presenza cinese nel conflitto, anche se resta difficile determinarne con precisione la portata. Tra triangolazioni commerciali, forniture militari mascherate e sostegno economico, Pechino continua a muoversi su un crinale ambiguo, sfuggendo spesso al monitoraggio delle intelligence occidentali.
Il lavoro dei Servizi italiani, pur discreto, si rivela fondamentale per mappare il conflitto e coordinarsi con gli alleati. La minaccia di una possibile escalation nucleare, mai completamente esclusa, resta una delle preoccupazioni principali. Mantovano ha sottolineato in sede Copasir la necessità assoluta di evitare l’impiego di armi di distruzione di massa.
Nel frattempo, l’Italia guarda anche oltre il conflitto, si fa strada l’idea di una nuova conferenza di pace, partecipata da tutte le parti, nessuna esclusa. Un’iniziativa che potrebbe vedere Roma come sede ospitante, simbolo di un’Europa che vuole tornare a giocare un ruolo da protagonista nella diplomazia internazionale.
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