Interno, Tripoli deve coordinare i soccorsi

Nessuno ha abbandonato o pensato di abbandonare il Mediterraneo. E se la Libia si stabilizza e ottiene di tornare alla normalità anche con una propria area di Search and rescue, questo è un segnale positivo per tutti, a cominciare da chi vuole il bene dei migranti”. Lo afferma in un’intervista al Messaggero Mario Morcone, capo di gabinetto ed ex direttore del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale. “Noi non abbiamo chiesto all’Europa di rafforzare le missioni internazionali, e non vogliamo impedire o limitare i soccorsi umanitari. C’è un clima contro di noi costruito non so bene da chi e per quali fini”, dice. L’impressione, aggiunge, è che “si voglia alterare la realtà rispetto a quanto accade davvero, anche perchè, in mare i volontari ci sono ancora visto che le navi di Moas, Sos Mediterrane’e e Proactiva Open Arms hanno ripreso il loro posto”. Quanto alla Libia, “è normale che la pacificazione del paese includa l’esistenza di un Mrcc libico che coordina i soccorsi nella sua area Sar ed è abilitato a contattare l’Italia e Malta per decidere come gestire i salvataggi in mare. Per noi è un elemento fondamentale, un punto di caduta su cui si regge tutto il sistema, che nascano quanto prima luoghi di accoglienza in Libia sotto il controllo dell’Onu”, sottolinea Morcone. Per l’Italia “la prossima scadenza operativa è l’appuntamento che il ministro Minniti ha fissato con il tavolo di crisi a cui partecipano anche rappresentanti della Libia, del Ciad, del Niger e della Tunisia”, spiega, “tra due settimane, il 28 agosto.

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