Preziosa: un voto al Libro Bianco UE? “Due”

Il 19 marzo 2025, la Commissione Europea ha presentato il Libro Bianco sulla Difesa, un documento che delinea le strategie per rafforzare la sicurezza dell’Unione Europea. Uno degli elementi chiave del documento è il piano “ReArm Europe”, che prevede un investimento di 800 miliardi di euro per potenziare le capacità militari dell’UE (650 mld di fondi e 150 mld di debito, esclusi dal patto di stabilità).

Inoltre, il Libro Bianco propone la creazione di un mercato unico della difesa, integrando anche l’industria ucraina, al fine di ridurre la dipendenza da fornitori esterni e promuovere l’autonomia industriale europea.

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha sottolineato la necessità di investire nella difesa e di adottare un approccio proattivo alla sicurezza, affermando che “l’era del dividendo di pace è finita da tempo” e che “l’architettura di sicurezza su cui abbiamo fatto affidamento non può più essere data per scontata“.

Tuttavia, il Libro Bianco ha suscitato perplessità tra alcuni leader europei. Durante il vertice UE sulla competitività, diverse capitali hanno espresso riserve riguardo agli strumenti di finanziamento proposti, mostrando riluttanza ad aumentare ulteriormente l’indebitamento.

Inoltre, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sul Libro Bianco, invitando l’UE ad agire con urgenza per garantire la propria sicurezza e accogliendo con favore il piano ReArm Europe. La risoluzione è stata approvata con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astenuti su 669 votanti.

Il generale Pasquale Preziosa, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e ora professore di Geostrategia, durante il suo intervento nell’edizione delle 19:00 del TG4, ha espresso forti critiche nei confronti del documento, affermando:

Se dovessi dare un voto da uno a dieci darei due come quello espresso per la Bussola Strategica. Più che un libro bianco, a me sembra un libro in bianco. Mi spiego meglio: leggendolo dall’inizio alla fine, non è neanche molto lungo è un piano di finanziamento industriale. Se da un piano di finanziamento industriale qualcuno pensa che poi possa sbocciare la difesa europea, diciamo che è errato da un punto di vista concettuale. Un libro bianco dovrebbe delineare una strategia per la sicurezza dell’Europa: non c’è. Insiste molto, per esempio, sull’Ucraina come catalizzatore per la difesa europea. Ma la strategia della difesa non può basarsi su una guerra che è da considerare contingente. Poi c’è un altro passo importante: per esempio si parla della cooperazione NATO-UE, ma non indica come l’Unione Europea possa sviluppare questa cooperazione con una capacità autonoma all’interno della NATO.

Sul piano di riarmo il generale ha detto che bisogna essere deterrenti. Ed essere deterrenti vuol dire avere le capacità per scoraggiare gli altri a farci del male. Quindi ecco perché è necessario prima di tutto sviluppare una geostrategia e rispondere ad almeno qualche domanda su che cosa vogliamo essere nel futuro.

In base a quella, naturalmente, far convergere le nostre risorse in quella direzione per raggiungere gli obiettivi. Se non stabiliamo quello, se vogliamo essere attori regionali o attori globali, se non stabiliamo cosa vogliamo fare con gli Stati Uniti, che oggi applicano per esempio una politica realista mentre noi ne applichiamo una liberista, se non scendiamo a compromesso, noi non raggiungeremo mai un’autonomia strategica oserei dire equilibrata”.

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