“Sporco negro”. La Cassazione si pronuncia: espressione offensiva con l’aggravante di razzismo

L’ingiuria non è più un reato, dopo le depenalizzazioni varate nel 2016, e viene punita soltanto con una sanzione amministrativa, ma per chi, mentre compie un illecito, usa espressioni quali “sporco negro” scatta l’aggravante dell’insulto a sfondo razziale.

La Cassazione, infatti, ha confermato in parte la condanna inflitta dalla Corte d’appello di Bologna ad un uomo accusato dei reati di ingiuria, minaccia e violenza privata, con l’aggravante della finalità di discriminazione e odio razziale, per aver pronunciato, in presenza di più persone, rivolto ad uno straniero frasi “pesantemente offensive e minacciose” (‘Chi sei negro di m…, negro puzzolente, sporco negro, ti spedisco a casa in scatola, ti spacco la testa negro’) e per aver chiuso con violenza lo sportello dell’autovettura della vittima, impedendogli di uscire dal veicolo.

Nel ricorso in Cassazione, per scongiurare l’aggravante di razzismo, l’imputato ha dichiarato che si sarebbe comportato allo stesso modo anche con un italiano. Secondo la Corte, invece, l’aggravante di odio etnico, razziale o religioso va riconosciuta in presenza di “un sentimento di avversione o di discriminazione”, di “un pregiudizio manifesto”; inoltre non è necessario che “il riprovevole sentimento” sia percepibile da terze persone: “l’aggravante – spiega la Cassazione – sussiste in tutti i casi in cui il ricorso ad espressioni ingiuriose riveli l’inequivoca volontà di discriminare la vittima del reato in ragione della sua appartenenza etnica o religiosa”. In questo caso, “a parte l’ossessivo riferimento al colore della pelle”, il significato stesso della minaccia di essere “rispedito a casa in una scatola” era esattamente “la negazione di potersi comportare come un cittadino italiano bianco”. Sulla pena incide però l’abrogazione del reato di ingiuria, sostituito da un illecito civile.

Nel caso in esame, concludono i giudici di “Palazzaccio”, “le espressioni usate raggruppano a più riprese l’insulto e la quantificazione razziale e appaiono chiaramente espressive di un senso di predominanza e superiorità di una razza sull’altra”.

Foto: corrierequotidiano.it

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